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I racconti del whisky
5 su 5
di Jean Ray
Les contes du whisky, 1925, Agenzia Alcatraz, 2025
Il whisky è la bevanda per eccellenza al bar di Jean Ray, lo sanno bene i protagonisti di questa raccolta di racconti scritti con «lacrime, sangue e zolfo». E whisky, appunto, che sa essere il veicolo migliore per mettere in dubbio le leggi della realtà, l’amico e confidente a cui accompagnarsi per narrare le storie più nere, macabre, diaboliche e grottesche. Qui Ray mette in scena un’umanità della più varia, immancabilmente alle prese con il soprannaturale, con l’irrazionale, con la tentazione e con il crimine. Con l’orrore che emerge all’improvviso, inspiegabile, nella vita di tutti i giorni.
LeggiEcosistema 11
Racconto di Roberto Guarnieri
"L’altro si scoprì il volto, umido di lacrime, e rimase a terra mentre i tre si avvicinavano.
Posso trattare, pensò frenetico. Regalargli gli attrezzi. Comperare un po’ di merce. Anche le chiavi della macchina. Tenete ragazzi, è tutta vostra. Va bene così, no? Ora fateci passare…
Un luccichio attirò la sua attenzione.
Acciaio".
Lacrime di intonaco 10
Racconto di Roberto Guarnieri
"La rabbia, il rancore, l’odio… se sprigionati in maniera violenta e a lungo, lasciano una traccia. Si condensano. Solidificano, vengono assorbiti dai mobili, dalle tende, dai muri. Il potere della mente umana non va mai sottovalutato. In casi come questo si creano bolle, come anomalie magnetiche. Influenzano la mente. E fanno fare cose strane..."
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