Horror a episodi del 1945 diretto da Alberto Cavalcanti, responsabile della supervisione dell’intero progetto e regista di Il ricevimento natalizio e di Il pupazzo del ventriloquo; da Basil Dearden che firma la regia di Il conducente del carro funebre e dell’episodio cornice che racchiude in un cerchio perfetto gli altri cinque racconti; da Charles Crichton che dirige Una storia di golf; da Robert Hamer regista di Lo specchio incantato.

Le storie sono tratte da altrettanti scritti di H. G. Wells, John Baines, E. F. Benson e Angus Macphail.

Trama: L’architetto Walter Craig arriva in una villa di campagna con il compito di ristrutturarla, guardandosi intorno ricorda che quella stessa casa ha fatto da cornice a un suo recente incubo. Quando poi alcuni ospiti arrivano nella villa per trascorrervi il fine settimana, l’uomo si dice sicuro di poter descrivere con minuzia quello che ognuno di loro farà nelle prossime ore. Gli ospiti suggestionati dallo strano racconto iniziano a raccontarsi storie del sovrannaturale: un pilota è salvato da un sogno premonitore, una ragazza si ritrova a fare la conoscenza di un fantasma, un uomo viene condotto verso la follia a causa di uno specchio, un altro è indotto al suicidio dal suo amico e infine un ventriloquo viene posseduto dalla sua marionetta.

Perché vederlo: Pellicola prodotta dall’inglese Ealing, la cui supervisione viene affidata al franco-brasiliano Cavalcanti, che rappresenta uno dei primi e più ispirati esempi di cinema fantastico.

Con i suoi fantasmi, gli oggetti misteriosi e le oscure presenze demoniache il film dà inizio allo sviluppo del gotico e della commedia noir – molto tempo prima che la Hammer nascesse portando il genere al successo - influenzando molte delle pellicole a venire e in particolar modo le produzioni della Amicus tra gli anni ’60 e ’70.

Persino la celebre serie Ai confini della realtà deve qualche ringraziamento a questo film.

La struttura portante che unisce coerentemente gli altri cinque racconti è quella dell’architetto Craig, intrappolato in un instabile spazio-tempo, è costretto a subire passivamente una predestinazione dalla quale non c’è possibilità di scampo.

Tutte e cinque le storie vantano un buon livello, impeccabili tecnicamente e efficaci dal punto di vista narrativo, ma l’episodio più riuscito tra tutti è Il pupazzo del ventriloquo responsabile di aver creato la figura della bambola demoniaca.

Ben dosati sono l’orrore, il melodrammatico e gli elementi del grottesco, l’ottima interpretazione di Michael Redgrave, costantemente sull’orlo dell’esaurimento nervoso, permette di trattate con originalità il tema del doppio.

Ben realizzato è anche Lo specchio incantato, dalla struttura narrativa molto solida riesce a focalizzarsi sugli aspetti più inquietanti del racconto, suggestionando così lo spettatore.

Diverso dagli altri episodi e senza dubbio il più esilarante, Una storia di golf è una commedia nera divertente che riesce a far sorridere nonostante la sua spietatezza e rappresenta un prodotto di assoluta novità.

Il ritmo è incalzante per tutta la durata del film grazie ai continui colpi di scena, ai dialoghi brillanti e ai racconti ben costruiti.

Lo strepitoso finale contribuisce a minare le già traballanti certezze dipingendo un ciclo senza fine in cui è impossibile affermare se ciò che accade è reale o se si tratta della continuazione del sogno iniziale. Incubi notturni è un’opera elegante, tanto tenebrosa quanto ironica, visivamente potente per le ottime regia e fotografia, ancora lontana dall’essere eguagliata. Assolutamente consigliato.  

Curiosità: I cosmologi Fred Hoyle, Thomas Gold e Hermann Bondi sviluppano la Teoria dell’universo in stato stazionario dopo aver visto il film, ispirati dalla struttura circolare della narrazione.