Trama: Intenzionato a tornare a casa dopo una dura battaglia, un misterioso individuo si trova, in realtà, soltanto all’inizio di un viaggio in un mondo oscuro e dimenticato.
Perché vederlo: Individuo con le fattezze dell’Adrian Bouchet visto in Alien vs predator (2004) e Monuments men (2014) e che, destinato ad incrociare sul proprio cammino strani e malefici personaggi che si trova costretto a combattere per la sua libertà, finisce per essere il principale elemento su cui si basa la pellicola tramite cui Luca Boni e Marco Ristori – autori di Eaters (2011) e Zombie massacre (2013) – si prendono una pausa dai cari vecchi morti viventi per accostarsi al filone fantasy.
Pellicola che, sotto la produzione dell’Uwe Boll responsabile, tra gli altri, di House of the dead (2003) e Seed (2006), aveva già contribuito finanziariamente ai due precedenti lavori dei giovani cineasti, cerca di riallacciarsi in maniera evidente alle ambientazioni lanciate dalla trilogia de Il Signore degli anelli.
E, non potendo godere dell’immenso budget che ha avuto a disposizione Peter Jackson, sfrutta il basso costo tirando in ballo pochi effetti speciali e privilegiando la desolata atmosfera regalata dall’ambientazione boschiva.
Perché è proprio la scenografia a rappresentare uno dei maggiori punti di forza dell’operazione, non priva di elementi horror (tra l’altro, abbiamo l’apparizione di una strega) e che si rivela, strada facendo, un on the road in costume costruito su lenti ritmi di narrazione... fino alla conclusiva rivelazione a sorpresa.
Curiosità: Gli effetti speciali di trucco sono a cura di Carlo Diamantini, già attivo nei due zombie movie di Boni e Ristori.
Lo scenografo Tiziano Martella affianca anche Diamantini nei trucchi.
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