Trama: Specialista nel trapianto di pelle ed inventore di una nuova tecnica chirurgica, un dottore sperimenta la terapia sulla giovane Rose, portata nella sua clinica con il volto deturpato dalle fiamme a causa di un incidente in moto avvenuto in compagnia del proprio ragazzo. Riacquistata la bellezza, però, la giovane comincia ad essere colta da irrefrenabili raptus che le fanno desiderare di succhiare il sangue.
Perché vederlo: Quattro anni dopo Il demone sotto la pelle (1975), ovvero il film dell’orrore che gli permise di farsi conoscere dal grande pubblico, il canadese David Cronenberg rivisita la tematica del vampirismo proprio in maniera analoga a quella tramite cui, all’interno della pellicola precedente, aveva introdotto mostruosi parassiti vermiformi capaci di penetrare nei corpi delle loro vittime, facendo poi scattare un’insaziabile pulsione sessuale ed una incontrollabile furia omicida.
Del resto, non solo simile ad essi è la sorta di piccolo pene che, ricordando allo stesso tempo l’organo genitale femminile, compare sotto l’ascella della protagonista – interpretata dalla compianta pornostar Marilyn Chambers – per diventare lo strumento di cui servirsi al fine di ricavare emoglobina, ma, anche in questo caso, il contagio che consegue conferma l’ossessione da parte del cineasta nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili e della scienza quale minaccia all’umanità.
Un contagio lì destinato a spargere terrore all’interno di un complesso residenziale, qui, invece, atto in maniera meno claustrofobica ad arrivare a mietere vittime, tra l’altro, a bordo della metropolitana e in un cinema; lasciando avvertire anche stavolta una certa influenza da parte dei lavori di George A. Romero sia nella scelta di mostrare come esseri zombeschi i contaminati sbavanti, sia quando l’entrata delle forze dell’ordine non può fare a meno di richiamare alla memoria La città verrà distrutta all’alba (1973).
Curiosità: Per sfruttare il successo riscosso da Zombi (1978) di George A. Romero e il sequel apocrifo Zombi 2 (1979) di Lucio Fulci, in alcune sale dell’Italia meridionale (in particolare a Napoli e provincia) il film venne rieditato con il titolo Zombi 3.
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