Trama: Camilla si sveglia nel letto di Dorian, incontrato la sera prima e con il quale ha trascorso una travolgente notte di passione, ma che si rivela essere un violento psicopatico che la stupra e la uccide...

Perché vederlo: Parte da questa situazione horror il thriller datato 2011 di Miguel Urrutia, la cui protagonista (la televisiva Andrea Montenegro), in maniera sorprendente, sembra essere destinata a risvegliarsi più volte al fianco del suo assassino (Luis Fernando Bohórquez), condannata a rivivere le atroci torture da lui inflittele ed a morire di nuovo.

Quindi, dal momento in cui inizia per lei questo pericoloso loop, la molla della curiosità nei confronti del modo in cui dovrà concludersi la circa ora e venti di visione non può fare a meno di scattare nello spettatore, rapito da una sorta di Ricomincio da capo in salsa splatter che, se vogliamo, potrebbe essere maggiormente accostato a Gruesome di Jeff e Josh Crook, del 2006.

Mentre la lunga attesa – con la sexy donna generosamente svestita – viene scandita in maniera a suo modo inquietante dal commento sonoro fornito dalla Suite n° 3 di Johann Sebastian Bach.

Al servizio di una claustrofobica operazione che, interamente ambientata all’interno della dimora dell’assassino, non appare, oltretutto, affatto disprezzabile per quanto riguarda la confezione tecnica.

Man mano che Camilla si impegna a scavare nei propri ricordi per ricostruire la vera identità del killer e spezzare la maledizione che la incatena a quel letto.  

Curiosità: Il Dread Central lo ha giustamente definito “L’incontro tra Torbido inganno dei Wachowski e Inception di Nolan”.

In Italia il film è approdato direttamente nel mercato dell’home video.