Trama: Con accanto la fidanzata Beth che dorme, il giovane Zakes è alla guida, di notte, sulla superstrada, fino al momento in cui un grosso camion lo supera e, tra le porte di dietro, apertesi a una curva, intravede una donna legata e insanguinata. La misteriosa sparizione della sua dolce metà durante una sosta in un’area di servizio conferma l’inizio di un incubo ad occhi aperti.

 

Perché vederlo: Se ricordate il Breakdown – La trappola di Jonathan Mostow che, nel 1997, vide Kurt Russell impegnato ad andare alla ricerca della moglie, rapita dal camionista che le aveva dato un passaggio dopo essere rimasta con l’auto in panne insieme al marito, diciamo che questo straight to video firmato nel 2008 da Mark Tonderai – a tratti vicino anche al Radio killer di John Dahl – non vi si discosta poi molto.

E, sebbene non siano assenti mani inchiodate ed un occhio perforato, il principale intento del regista non sembra essere quello di spingere sul pedale della violenza e dello splatter, bensì di concentrarsi sugli stratagemmi atti a creare tensione.

Infatti, basterebbe citare la sequenza ambientata nel bagno per lasciar intendere la maniera efficacemente tesa in cui sviluppa un’idea di partenza da leggenda metropolitana che finisce per avvolgere i protagonisti William Ash e Christine Bottomley.

Coinvolgendo lo spettatore in una avventura thriller che, con spargimento di cadaveri annesso, non lascia quasi mai un attimo di tregua.

Avventura thriller che, in un certo senso allegoria relativa all’ostacolato percorso dei rapporti di coppia, va ad aggiungersi ai tutt’altro che tranquilli viaggi sull’asfalto da schermo che ci hanno regalato, tra gli altri, lo spielberghiano Duel e l’ottimo The hitcher-La lunga strada della paura con Rutger Hauer.

 

Curiosità: Pare che The sun lo abbia definito “Il miglior horror inglese dell’anno”.

Il regista ha diretto quattro anni dopo il thriller con Jennifer Lawrence House at the end of the street, distribuito anche nelle sale italiane.