A completare la retrospettiva sulle opere dedicate allo straordinario personaggio creato da Milke Mignola giunge nelle fumetterie questo volume di storie brevi il cui titolo in originale, Weird Tales, ci permette di capire facilmente quale sia l'universo mitico di riferimento per questa collana.
Per la prima volta Mignola si ritira dalla cabina di regia e lascia piena libertà creativa a una vasta pletora di sceneggiatori e disegnatori che offrono al pubblico interpretazioni assai personali del Ragazzo Infernale sebbene l'atmosfera generale sia riconducibile a temi più disimpegnati e ancora più segnati da ironia e umorismo rispetto alle vicende precedenti.
Impossibile citare gli autori di ogni storia ma difficile dimenticare l'apertura dell'albo, quel Cowboy di Mezzanotte di Eric Powell vero e proprio carosello frenetico con protagonista un Hellboy bambino continuamente a caccia di guai.
Una storia di famiglia di Sarah Ryan e Steve Lieber osa affrontare il tema dell'infestazione fantasmatica dall'inusitato punto di vista della relazione sessuale mentre Calda verrà ricordato per l'ambientazione orientale e le morbidissime matite di Seung Kim ed è con una punta di orgoglio patriottico che possiamo menzionare I figli della collina nera che vede ai disegni l'italianissimo Stefano Raffaele.
Freak dall'Inferno è da segnalare in quanto è valorizzato dalla colorazione migliore dell'intero albo, merito di un Dan Jackson che dona brillante vita ai poltergeist di un circo fantasma. Si passa quindi al dittico In pausa e Abe Sapien stella del B.P.R.D., sfrenata presa in giro veicolata attraverso testi pungenti e tratti super-deformanti che potrebbero far storcere il naso ad alcuni aficionados della testata, du vere gemme di umorismo dissacratorio opera di Bob Fingerman e del duo John Arcudi/Roger Langdridge.
Il male dentro cita apertamente le atmosfere de L'Esorcista ed è apertamente la storia più terrificante e seria della raccolta: alcune vignette del clasicheggiante Jason Pearson ispirano con successo un senso di possessione diabolica.
Ultima citazione per il bulgaro Alex Maleev, il cui tratto si discosta dal tono generale del volume per regalarci atmosfere surreali e lovecraftiane in quella picola gemma citazionista che è Appena nato.
Chiudono il volume le ormai consuete e sempre preziose serie di pin-ups e sketch books che rafforzano ancora di più il mito di Hellboy, reso finalmente noto al grande pubblico dal film di Guillermo del Toro.
In definitiva pur trattandosi di una raccolta trascurabile rispetto al corpus principale delle avventure del Nostro, ogni singola vignetta rappresenta un piacevole tassello in più in questo puzzle in fieri che non smette mai di sorprendere, affascinare e riuscire a strappare un sorriso al serioso popolo degli amanti del weird.
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