In un periodo storico in cui la figura dello zombie sta vivendo un periodo d’oro simile a quello vissuto dai vampiri negli anni scorsi, questo volume si pone l’obiettivo di analizzarne l’evoluzione cinematografica, dalle origini (L’isola degli zombie, Victor Halperin, 1932) fino ai giorni nostri, quando il morto vivente è stato rivisitato perfino in chiave romantica (Warm Bodies, tratto dal romanzo di Isaac Marion). Nella sua analisi storico-critica, il volume procede per decenni, nei quali viene approfondito il cammino della figura dello zombie e la sua rappresentazione cinematografica: dallo schiavo utilizzato nei campi di lavoro o nelle miniere, fino al mostro antropofago creato da George A. Romero, passando per varie invasioni aliene in cui i morti venivano utilizzati come ospiti e gli infetti di nuova generazione di Danny Boyle ed epigoni.
Ogni capitolo è aperto da un’introduzione in cui si rappresenta un quadro generale della cinematografia zombesca del decennio affrontato, per poi analizzare ogni film appartenente al genere. Qui è rintracciabile uno degli elementi più sorprendenti del libro, perché, al contrario di quanto si possa pensare, lo zombie non è un personaggio legato alla sola cinematografia horror, ma è presente in quasi tutti i generi, dalla commedia al dramma, dal western al poliziesco, perfino nel porno.
S’intitola Zombie al cinema il saggio scritto da Marcello Gagliani Caputo e pubblicato da Fazi in ebook: il volume è arricchito da una parte filmografica, in cui sono state raccolte le schede tecniche dei film.
La Prefazione è a cura di Danilo Arona, maestro della narrativa di genere italiana.
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