Trama: Tre episodi mirati a fondere le tematiche del sesso e della morte attraverso altrettante diverse storie di coppia.
Perché vederlo: Datato 2011, apre con House and home di Sean Hogan, sceneggiatore due anni prima di Summer’s moon di Lee Demarbre, portando in scena una annoiata coppia di borghesi che, ospitata in casa la vagabonda Tristezza per poi drogarla e abusarne sessualmente, si trovano in maniera inaspettata a dover fare i conti con il suo oscuro segreto.
Con lo splatter posto nella sua fase finale, un tanto semplice quanto efficace segmento che funge da giusto avvio; prima di lasciare la macchina da presa nelle mani dell’Andrew Parkinson cui dobbiamo gli zombie movie in aria di denuncia alla dipendenza I, zombie: The chronicles of pain e Dead creatures, impegnato ad affrontare con Mutant tool i suoi argomenti preferiti, pur sfiorando in questo caso la fantascienza.
Infatti, ne è protagonista una ex tossicodipendente squattrinata che non solo si prostituisce e supporta il fidanzato nello spaccio di stupefacenti, ma diventa anche la cavia del dottore presso cui è in cura, il quale conduce esperimenti con una nuova droga ricavata da alcuni mutanti dovuti al periodo nazista.
Probabilmente, il momento più pretenzioso e confuso (anche se più originale) della circa ora e mezza di visione made in United Kingdom, che, sotto la regia del Simon Rumley autore di The living and the dead, chiude con l’atroce vendetta (musicata) messa in atto da un giovane nei confronti della sua ragazza, che in Bitch lo costringe a dormire in una cuccia e ad indossare una maschera da cane durante i loro rapporti sessuali.
Quindi, come tutti gli elaborati da schermo divisi in più storie e firmati da più nomi, un’operazione sicuramente non eccelsa, ma che si manifesta comunque discretamente giostrata nel miscelare in tre atti violenza, erotismo e un po’ di liquido rosso.
Curiosità: Inedito cinematografico, in Italia è approdato direttamente in dvd.
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