Dopo lo scioglimento delle leggende del doom britannico Cathedral nel 2013, il chitarrista Garry (Gaz) Jennings ha deciso di dare alle stampe un album solista, proprio grazie alla Rise Above Records, label dell’ex compagno di band Lee Dorrian.
Definito come uno dei più prolifici e particolari creatori di riff inglesi, Gaz ha anche un vasto background culturale in merito a conoscenze storiche e nozionistiche in campo musicale, ma le sue predilezioni ruotano attorno a un certo tipo di metal che ama rivendicare le proprie radici e ostentarle, sia a livello compositivo che sonoro. In questo senso, il progetto Death Penalty ben s’incunea nel filone vintage sostenuto da Rise Above, seppur tralasciando le influenze più progressive e concentrandosi sull’immediatezza e la quadratura più grezza del genere, talvolta da headbanging.
Il singolo Sign of Times precede di alcuni mesi l’uscita del full lenght omonimo previsto per agosto. Gli oltre cinque minuti di traccia sono impreziositi dalla voce della cantante belga Michelle Nocon che ci porta in atmosfere ossessive e psichedeliche, costruite su un riff massiccio e d’impatto. Il ritornello è divertente e l’assolo lancinante. La B-Side Seven Flames (4:44 minuti) si rivela ancora più energica e sostenuta; il riff acquista un retrogusto quasi AOR e sortisce un effetto bizzarro associato alla voce della Nocon, ma il pezzo in generale non si discosta troppo dal precedente.
Le due tracce sono complessivamente buone. La timbrica cristallina e sottile della Nocon unita a questo stile risulta interessante, ma alla lunga potrebbe stancare. Vedremo l’intero album quale tipo di varietà sarà in grado di proporre.
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