L’agente speciale dell'FBI Illeana Scott (Angelina Jolie) si trova in Canada, a Montreal, per aiutare la polizia locale nelle indagini su un misterioso omicidio. Grazie ai suoi metodi poco convenzionali nello studio della scena del crimine e alla sua incredibile capacità nel tracciare i profili psicologici degli assassini, riuscirà a collegare il recente delitto con alcuni omicidi compiuti anni addietro.
Tracciato il profilo psicologico del serial killer, Illeana si rende conto di aver a che fare con un uomo astuto, capace di “rubare” l’identità altrui attraverso la completa assunzione delle abitudini delle vittime. Il killer è spietato e ha agito indisturbatamente per vent’anni senza che la polizia canadese intuisse mai il suo oscuro disegno di morte, ma l’agente Scott, che intanto ha tappezzato la sua camera d’albergo con le foto delle vittime e non esita nello sdraiarsi dentro una tomba appena aperta per trovare degli indizi, ha intenzione di fermarlo anche se i rapporti con la polizia locale non sono idilliaci. Solo un testimone chiave, ex sospettato, il mercante d’arte James Costa (Ethan Hawke), si fiderà di lei a tal punto da fare da esca per l’assassino. Ma i due sono attesi da una discesa nell’abisso della follia umana e da una soluzione tanto inaspettata quanto pericolosa.
Identità Violate è un thriller confezionato apposta per il bel corpo di Angelina Jolie, che in questo film, nel ruolo di un detective, non riesce a rendere quanto aveva dimostrato di saper fare nel ‘99 con Il Collezionista di Ossa di Phillip Noyce.
Scritto sulla base di un’opera letteraria ma diretto come un videoclip dal regista televisivo D.J. Caruso, Identità Violate poteva raggiungere ben altri risultati se non si fosse dovuto piegare alla logica delle major per cui ogni film, specialmente se “di genere”, deve contenere degli specifici elementi, degli stereotipi (la trama di questo film è un continuo dejà vu) ed essere girato in funzione di una certa estetica, tenendo conto soprattutto del bel faccino della protagonista. Non a caso, nei vari trailer passati nelle tv del nostro paese, il sex appeal della Jolie viene usato da traino nei confronti degli incauti spettatori e sono state montate tutte le sequenze da cardiopalma della pellicola.
Solo a tratti spaventoso, Identità Violate, non decolla mai. L’inquietante tema del “ladro di identità” che fa da colonna portante a tutto il film si affievolisce ma mano che le indagini della Jolie si addentrano nel passato, alla ricerca di un assassino che, anche per il meno smaliziato degli amanti del genere, non è assolutamente difficile da smascherare. A un film banale come se ne vedono troppi, si accodano anche le banalità dello sceneggiatore Jon Bokenkamp che, impressionato (ispirato?) incredibilmente dal romanzo Taking Lives di Michael Pye, ha dichiarato di aver scritto questo thriller nel modo in cui si risolve un problema matematico. Questo dovrebbe essere indice di un certo rigore nella struttura narrativa del film, rigore che, invece, latita per quasi tutta la durata della pellicola. Il modello letterario non è dei più recenti, e lo stesso romanzo di Pye sembra la rimasticatura di ben altri thriller letterari di successo. Non si poteva decidete di girare un film tratto da qualche libro di Michael Connelly, verso il quale lo stesso Pye ha qualche debito, anziché questo Identità Violate?
Ai produttori e agli spettatori l’ardua sentenza.
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