Claudio Vegnani
Parliamo di uno dei progetti in cui sei stata coinvolto recentemente: Horror Lovers. Puoi raccontarci com’è successo e come hai accolto la proposta? Quali sono le premesse da cui sei partito\a per sviluppare l’idea del tuo racconto?
Era una buona occasione per cimentarsi nel racconto breve, che a differenza del romanzo deve vincere per KO, e non ai punti, per conquistare il lettore. In quanto alle mie premesse, sono sempre le stesse: arrivare all'innovazione partendo dalla tradizione, passando anche attraverso la ricerca di stili sempre differenti.
Storicamente le antologie in Italia funzionano meno dei romanzi, che vengono preferite dai lettori per il loro più “ampio respiro”. Se, contrariamente, l’antologia è sorretta da una buona idea un progetto a tutto campo, allora vengono meglio accolte. Quali pensi siano i punti di forza di Horror Lovers?
La proposta organica, onesta, professionale e ricca di un tema – se vogliamo definirlo così - “universale”. La varietà di stile e di impostazione dei diversi racconti nasce, conoscendo gli autori, dal medesimo amore per il genere. In questo caso, dunque, tecnica e passione unite dovrebbero dare i loro frutti.
Horror Lovers sarà accompagnato anche da una versione in ebook, una tua opinione sull’argomento? Pensi che l’ebook possano finalmente prendere piede nel mercato editoriale italiano e fare la differenza?
Salvo cataclismi sarà così. La domanda semmai è quanto tempo ancora ci vorrà. Perché diciamocelo, nel nostro paese non siamo esattamente dei fulmini di guerra nel riconoscere e fare proprie le innovazioni che in altri paesi sono già ormai consuetudine.
Cosa ci puoi dire dell’illustrazione che accompagna il tuo racconto?
Nemmeno a farlo apposta, un misto di classico (forse favorito anche dalla location del racconto) e di innovazione. Quindi, non posso che trovarla efficace e calzante.
Attualmente a cosa stai lavorando? Ci puoi dare qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?
Sto lavorando a un’idea, che però ha lo svantaggio di dover convincere me per primo. Cosa che oggi come oggi è impresa particolarmente ardua. Se lo farà, se cioè riuscirà a convincermi, allora potrò con piacere sottoporla in forma di romanzo ai lettori che mi seguono. Diversamente, be’, ci sono tantissimi bravi autori da leggere, anche senza di me. E molti sono anche già qui in Horror lovers.
Marco Mastrazzo
Come hai aderito al progetto e come hai proceduto alla creazione dell’illustrazione? Come hai ideato il concept e che tecniche hai usato?
Mi contattò Gianfranco chiedendomi se ero disposto a prendere parte al suo progetto, mi spiegò come voleva procedere e come voleva impostare la raccolta, decisi quindi di partecipare creando l’illustrazione che vedrete associata al racconto di Claudio Vergnani. Questa, dopo aver letto un breve sunto del racconto, si materializzò su carta in modo immediato, avevo già in testa uno schema ben preciso, il primo piano di lei con sullo sfondo Campo san Bartolomeo, un concetto semplice ma d’impatto. La tecnica che ho usato? Non so se definirla una tecnica utilizzare qualsiasi cosa che mi capita sotto mano, amo sperimentare, odio la routine.
Quali sono i punti di forza, secondo te, del racconto che hai illustrato?
I punti di forza del racconto? Naaaaaaaaa, non mi piace questa domanda, voglio che ogni lettore si faccia la sua personale idea su questa dark story ideata ed elaborata in modo magistral dal genio di Claudio senza esser minimamente condizionato da agenti esterni, voglio che ogni lettore arrivi a questo ultimo racconto dell’antologia del tutto inconsapevole di ciò che lo attenderà.
Che opinione hai del risultato finale e cosa pensi delle antologie illustrate?
Premetto che non ho un buon rapporto con le antologie illustrate, me ne sono passate parecchie tra le mani ma nessuna mi è rimasta impressa in particolar modo, questa, per come è stata curata e per quello che ho letto credo possa stupire,ora saranno le reazioni dei lettori a darmi ragione o torto, io sono comunque ottimista.
Fumetto e illustrazione, quale prediligi e come ti differenzi nell’approcio?
Non mi definisco né fumettista né illustratore, io sono una persona che ha la necessita e il bisogno di raccontarsi disegnando. Lavorare come disegnatore di fumetti, richiede, soprattutto per chi è agli inizi come me, un grande sforzo nell’accettare compromessi, nel rispettare le imposizioni degli editori e i tempi di consegna spesso molto stretti. L’ambito illustrativo, in base alla mia ancora acerba esperienza, lo trovo meno vincolato dalle restrizioni, per quanto mi riguarda mi ha sempre permesso di esprimermi in modo molto più libero e personale.
Attualmente a cosa stai lavorando? Ci puoi dare qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?
Attualmente, ho molti progetti in cantiere, ma non mi va di parlarne per scaramanzia. Posso solo dire che sono proiettato verso il mercato americano, ma probabilmente anche qualcosa per il mercato nostrano presto uscirà fuori dal cilindro. Poi chi lo sa, un film?
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