Trama: Dopo aver trascorso sette anni e ventidue giorni in prigione per aver ucciso il violento marito poliziotto Mike, Marnie Watson si trova a dover scontare gli ultimi sei mesi di condanna agli arresti domiciliari, con una cavigliera elettronica indosso che le impedisce di allontanarsi di oltre cento passi dal raggio del segnale sorgente e la costante custodia di Shanks, ex collega del defunto... a quanto pare tutt’altro che intento a riposare in pace.

Perché vederlo: L’idea di partenza può richiamare immediatamente alla memoria il non disprezzabile Disturbia (2007) di D.J. Caruso; ma, a differenza del thriller interpretato da Shia”Transformers”LaBeouf, in questo 100 feet (come s’intitola in patria il film) ad entrare in gioco non è la realistica figura di uno psicopatico vicino di casa, bensì la presenza spettrale della vendicativa vittima, pronta a scagliare chiodi e altri pericolosi oggetti contro la povera Marnie.

E il regista Eric Red, che ricordiamo non tanto per aver firmato il werewolf-movie Bad moon – Luna mortale (1996), ma per essere stato autore dell’on the road ad alta tensione Le strade della paura (1988) e sceneggiatore degli ormai classici The hitcher-La lunga strada della paura (1986) e Il buio si avvicina (1987), costruisce il tutto privilegiando una prima parte che, attraverso lenti ritmi di narrazione, stimola progressivamente l’attenzione dello spettatore. Avvolgendolo in un intrigo soprannaturale dal retrogusto che sembra essere quasi quello di un giallo, per poi catapultarlo in una corsa al finale che, maggiormente volta all’intrattenimento ed orchestrata in maniera efficace tra tensione e violenza, non risparmia neppure un pizzico d’indispensabile splatter.

Conducendo ad un epilogo che permette perfino di riflettere su quali oscure ed impensabili verità si possano nascondere dietro a tanti irrisolti (o anche apparentemente risolti) casi di cronaca nera.

Curiosità: Inedito cinematografico, il film, datato 2008, è approdato dalle nostre parti direttamente nel mercato dell’home video, con almeno due anni di ritardo.

Nei panni della protagonista troviamo la Famke Janssen che, nemica di James Bond in Goldeneye (1995), annovera diversi horror all’interno della propria filmografia (Il signore delle illusioni, The faculty e Il mistero della casa sulla collina solo per citarne qualcuno); il marito, invece, ha il volto del veterano Michael Paré, noto per Strade di fuoco (1984) di Walter Hill, ma dalla carriera prevalentemente legata ai b-movie (con diverse interpretazioni al servizio del tedesco Uwe Boll).