Nel secondo volume di Bren Gattonero, intitolato Figli della stessa follia, troviamo il più temuto e famigerato cacciatore di streghe e i suoi compari creato dalla penna di Tommaso De Stefanis e pubblicato dalla sua casa editrice Crazy Camper.
Anche questa volta il volume è composto da una serie di episodi autoconclusivi che tuttavia portano avanti una continuity della storia, iniziata con il volume precedente.
Apre le danze Veleno (testi di Destefanis e disegni di Simone Garizio). In questo episodio Bren si risveglia su un lettino nudo e legato per vedersela con Frate Veleno, “il demone incarnato”, nemesi del Gattonero e nemico giurato del Pontifex. Storia tesa e violenta efficacemente resa dall’interpretazione di Simone Garizio, qui in una delle sue prime prove in campo fumettistico.
In Oggi Zuppa (testi di Marco Furlotti e disegni di Simone Ragazzoni) Bren è in caccia del Demone Untore che sta diffondendo la peste tra le città della Terra di nessuno. Bren riesce ad arrivare all’origine della maledizione che sembra portare a un misterioso libro maledetto denominato Gastronomicom… Divertente e “lovecraftiana” la storia ideata per l’ospitata di Marco Furlotti nelle storie del Gattonero, evocative le chine di Simone Ragazzoni nel rappresentare le atmosfere sulfuree dell’episodio.
In Come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Golem (e la bumba) (testi di Antonio Solinas e disegni di Daniele Magrì e Alberto Bontempi) Bren si troverà tra un golem che vuole salvare la propria amata contro il processo per stregoneria e il giovane Maurilio che insegue il sogno di diventare il mago più potente di Dragovia, ma, come spesso accade, non tutto andrà come sperato. Storia delirante e lisergica accompagnata dai disegni cartooneschi di Daniele Magrì, che contribuisce a ingrossare le file della varietà di segni del volume.
La gentilezza degli sconosciuti (testi di Tommasi De Stefanis, disegni di Andrea Gadaldi) vede Bren, Magritta e Adso alle prese con un assassino di giovani donne: il bianco e nero netto di Gadaldi conferisce il giusto tono drammatico a questa storia tra sogno e realtà.
Di Locande, orologi, profezie e separazione (testi di Tommaso De Stefanis, disegni di Mario Del Pennino): i nostri si imbatteranno nuovamente nella profezia di Ben Jee che sembra aleggiare sul destino di Magritta, la piccola del gruppo ma dotata di un grande potenziale magico, e inoltre, si parlerà del suo ingresso nell’Ateneo di Scienze Arcane, dove la ragazzina potrà sviluppare le sue doti. Gradevole e molto efficace il segno morbido di Mario del Pennino per questo episodio importante per la continuity della serie.
Altra storia interessante per lo svolgimento della serie è La leggenda del Dagdaril (Testi di Marco Venturi e disegni di Guido Occhipinti). Bren e Adso si imbattono nella leggenda di un antico manufatto chiamato il Santo Dagdaril dove si narra che venne racchiusa la forza dell’Emmanuele (il Dio che viene venerato nella Terra Di Nessuno) in grado di compiere miracoli e donare la vita a chi non c’è più. Qui Bren dovrà vedersela con lo spirito di Tyrus II di Dragovia, il re Dragone.
In I nostri splendidi e sbronzissimi giorni contati (testi di Tommaso Destefanis e disegni di Tazio Bettin) assistiamo alla struggente storia dell’incantevole Nenya e della potente maledizione di morte che le ha lanciato uno stregone anni prima. Molto buono lo stile di Bettin che con il suo segno corposo e carnale mette in scena questa cruda storia tra dolcezza, sangue e tatuaggi.
Al posto del cuore (testi di Tommaso De Stefanis, disegni di Federico Bertoni): Bren si ritrova alle feste delle messi nella città di Novgoroz dove si pensa che un potente demone di nome Bedram si nasconda. Tra vendette, potenti maledizioni e amicizie tradite Bren dovrà vedersela con questo nuovo pericolo ma con l’aiuto di una apprendista molto promettente di nome Arcadia.
Epilogo (Testi di Tommaso De Stefanis e disegni di Enrico Montalbani) chiude il volume con Bren e Magritta che si affrontano in una sessione di allenamento e durante le pause non mancheranno gli aneddoti divertenti che spiegano le origini delle loro armi.
La cover è opera, al solito, del talentuoso Michel Mammi.
In conclusione Bren Gattonero – Figli della stessa follia è un'altra buona opera che porta avanti le vicende del volume precedente riuscendo ad aggiungere importanti tasselli nella storia di questo rude e irresistibile personaggio.
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