Il 20 gennaio prossimo uscirà via code666/Aural Music L'Appel Du Vide, il primo full-lenght degli australiani Rise Of Avernus. Dopo un primo EP di debutto, la band di Sydney ha potuto condividere il palco con band del calibro di Apocalyptica, Enslaved e Rotting Christ, proponendo un Orchesteal Progressive Doom Metal, che unisce le sonorità del symphonic doom e del death metal.
Masterizzato ai Fascination Studios da Jens Bogren, e con uno splendido artwork firmato Seth Siro Anton, il disco si propone di esplorare le sonorità più vaste, spaziando da orchestrazioni di stampo classico a tematiche musicali più oscure ed estreme.
La band è formata da Ben Vanvollenhoven (voce e chitarra), Cat Guirguis (voce e tastiere), Andrew Craig (batteria e percussioni), Matthew Bell (chitarra e orchestrazioni) e Daniel Warrington (voce e basso).
L'Appel du Vide è presentato dalla opener A Triptych Journey, caratterizzata immediatamente da tamburi da guerra echeggianti, in un'atmosfera piuttosto intrigante. Via via comincia a comporsi una panoramica musicale più completa, entrano in gioco voce, batteria e synth, per lasciar spazio a un'esplosione orchestrale da far accapponare la pelle. La comparsa della voce in growl sulla strofa funziona abbastanza bene, soprattutto per l'effetto sorpresa recato e in netto contrasto con la componente sinfonica. Anche nel ritornello, la comparsa della voce femminile melodica stupisce, sia per la bellezza del timbro, sia per l'incastro perfetto che costituisce con i precedenti stilistici sia del brano, che della la voce maschile in growl.
La forza di questo brano risiede sicuramente nell'alternanza azzeccata di parti melodiche delicate e altre più aggressive e spesse, sia ritmicamente che strutturalmente: nonostante la durata sia piuttosto generosa, non stanca, né annoia, vuoi per la bellezza melodica che offre, vuoi per i cambiamenti così differenti, ma ben amalgamati, proposti.
Con una vorticosa intro di piano, The Mire si sviluppa in una splendida esplosione di potenza, data dal netto incremento strumentale e ritmico: lo spessore musicale è denso e minaccioso, ma elegante in una maniera sopraffina, grazie anche ai duetti delle due voci, così opposte e differenti da ogni punto di vista. La componente orchestrale è fondamentale per la riuscita di questo brano, il quale man mano che si dispiega, continua a sorprendere e portare con sé un senso di liberazione unico: lo stacco netto del ritornello si trova in concomitanza con il motivo presentato dal pianoforte, che richiama alla mente le giostre di fine Ottocento, lugubri e inquietanti. Dal gusto un po' King Diamond, questo breve motivo si intensifica, accogliendo voce e parte ritmica, fino a tornare di nuovo sui passi del ritornello, cattivo, denso di un'aggressività malinconica e veramente entusiasmante.
Disenchanted si avvia in una maniera delicata e dolcissima, con voce melodica femminile e pianoforte: il pezzo infonde tristezza, un gelido freddo emotivo causato da una delusione, e continua in questa visione anche alla comparsa della batteria. Questa sensazione di sconforto si intensifica, andandosi poi a trasformare nel ritornello in qualcosa di più: è uno sconforto sommesso, accettato e vissuto con rassegnazione e naturalezza. La voce maschile compare in una veste rinnovata, non più in growl, ma pulita e baritonale; il pezzo si rinnova, proponendo stacchi e pause ritmiche catartiche e dall'effetto avvolgente, oltre che coinvolgente, avviandosi verso una conclusione inaspettata di blast beat e potenza bestiale.
La title track si apre col silenzio, interrotto dopo venti secondi da una tastiera e da un rullante inneggiante alla battaglia: è un pezzo molto teatrale, ricco di carica emotiva e riuscito nel suo intento, quello di incuriosire e riassumere il lavoro in appena un minuto e quaranta secondi.
Sulle tonalità di questa breve traccia, si avvia Ethereal Blindness, caratterizzata da un'improvvisa inquietudine trascinata sulla spina dorsale dagli accordi che ne compongono la parte melodica: violini fumosi, sinuosi e vorticosi giri di basso costituiscono gli elementi più interessanti del pezzo. Ottima l'apertura e la portata del ritornello, caratterizzato dalla purezza della voce femminile, delicata e molto emozionante: i Rise Of Avernus continuano a stupire, offrendo uno splendido stacco che punta su un'aggressività di stampo sinfonico, posato su di un ispessimento ritmico di gran gusto. Dopo alcune variazioni volte a sfoltire la scena musicale, fino a renderla piuttosto minimale, il pezzo si chiude con un timido battito cardiaco in sottofondo.
Un arpeggio di chitarra introduce Embrace The Mayhem, un pezzo pacato per i primi due minuti, che va a riempirsi a mano a mano, sfruttando strumenti sinfonici incalzanti e un bellissimo duetto tra voce femminile e maschile, separate da un'ottava di distanza. Il brano si mantiene tutto sulle stesse tonalità e melodie, ma perde un po' di mordente con la comparsa in scena del sassofono: il suono di questo strumento stona abbastanza col mood e la sfumatura del brano, sterzando in una direzione forse un po' da rivedere, perché molto destabilizzante. Inoltre al sassofono è affidato il finale, ottenendo anche in questo caso, un effetto abbastanza dubbioso: questo strumento, mai presentato fin ora, ha un sound troppo tondo rispetto ai suoni spigolosi utilizzati in generale, ma soprattutto un timbro sbagliato, che poco si abbina al sound generico.
Con An Somnium torna lo stile già appurato e un bellissimo giro di pianoforte dà il via al brano: qui ci troviamo di fronte a una strofa in blast beat con annesso growl, e un tripudio di archi e trombe trionfali e veramente azzeccati nel complesso. Tempi intrecciati, dispari e cattivi, danno una personalità omicida a questo pezzo: l'eleganza rimane sempre al primo posto, ma si tinge di un'aggressività piacevole da scoprire e ascoltare. Nella seconda parte del brano, è la voce femminile a far da padrona della situazione: le dinamiche ritmiche si trinciano nettamente, sfoltendosi e divenendo appena presenti. L'ottimo stacco tra bridge e ritornello finale arrabbiato, è un brivido lungo la schiena che entusiasma: un vorticoso alternarsi tra situazioni e sensazioni diverse, prima la calma, poi la tempesta, e di nuovo, sul finale, tutta la delicatezza di un pianoforte enigmatico, ma soprattutto estremamente intrigante.
Conclude il lavoro As Soleness Recedes, che porta con sé fin dall'inizio una sensazione di conclusione abbastanza positiva: ottimi i tocchi di chitarra pacatissimi, la voce maschile vestita di uno splendido timbro pulito. Quest'ultimo brano è veramente ottimo, una sorta di ballad estremamente travolgente ed emotiva, dove spiccano elementi interessanti come l'uso di flauti e la presenza di assoli di chitarra di stampo quasi blues, ma veramente eccellenti e consoni alla situazione. A circa metà il brano si carica di potenza, divenendo ancor più trionfale grazie all'incremento sinfonico e al duetto di voce pulita femminile e voce in growl maschile. Sul finale, gli strumenti lasciano spazio a un pianoforte che suona in lontananza, con una sorta di interferenza di sottofondo, e poi il silenzio.
L'Appel Du Vide è in definitiva un ottimo album, peccato solamente per la scelta azzardata del sassofono in Embrace The Mayhem. I Rise Of Avernus dimostrano comunque di avere un'eleganza e una potenzialità eccezionale, la struttura dei brani è molto buona, per non parlare delle melodie e degli accordi sfruttati, dietro ai quali è tangibile, quasi, lo studio svolto prima di posizionarli. Non uno studio a tavolino, piuttosto una conoscenza musicale personale dei componenti del gruppo che va oltre la popular music e tocca i lidi della classica, per composizione e armonia.
Un'altra nota di merito va all'artwork e al logo della band: splendide immagini, un gusto sopraffino nella scelta dei caratteri, dei colori e dei contrasti. Una dimostrazione evidente di quanto la band non abbia voluto tralasciare nessun aspetto della propria immagine.
Insomma, i Rise Of Avernus hanno dimostrato delle potenzialità eccellenti, con questo disco hanno saputo aprire le porte a un futuro che sicuramente si dimostrerà ricco di successi e sarà in grado di stupire.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID