Che gli zombie, gli orrendi non-morti del folklore haitiano, fossero tra noi, pochi ne dubitavano – e basta l’odore che si annusa nei palazzi della politica e della finanza per accorgersene. E che tanto fosse l’interesse a farne saltare le teste (metaforicamente parlando, è ovvio) lo si era immaginato già dopo le ultime elezioni.
Ma che tanta fosse anche la voglia di leggerne e soprattutto scriverne, questa è una cosa che ha colto di sorpresa un po’ tutti quanti, con l’eccezione delle vecchie volpi di Delos Digital, e del loro nume tutelare in prima persona, Franco Forte.
Eppure, i numeri sono lì: dal primo ottobre scorso, data di uscita di quel “Stazione 27” che ha dato origine alla nuova invasione, i titoli della collana The Tube sono stabilmente in testa alle classifiche di vendita; mentre scrivo, il quarto episodio della serie, “The Tube 4: Ceneri”, di Ilaria Tuti, è primo nella graduatoria Amazon dei libri horror, promettendo di fare come, se non meglio, dei suoi tre predecessori, e del primo degli spin-off.
Eh, sì: perché l’entusiasmo dei lettori per l’iniziativa è dilagato al pari delle orde di zombie di cui tratta, e ha indotto le menti dietro Delos Digital ad aprire senza indugio una seconda collana gemella, The Tube Exposed, per raccogliere le tante storie parallele alla linea narrativa principale.
Ma, a beneficio di quei due o tre sfortunati che ancora non si fossero accorti di ciò che accade là fuori, facciamo un passo indietro.
The Tube: non scendete da quel treno!
Preannunciato dal forum della Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it/forum), il primo ottobre 2013 appare in tutti gli store online “The Tube 1: Stazione 27”: un breve racconto a firma di Franco Forte in persona, in cui un gruppetto di pendolari qualunque, in massima parte studenti diretti a scuola, viene assalito da un’orda di non-morti e isolato in un vagone della metropolitana. La storia, immediata e devastante come l’argomento di cui tratta, riscuote l’istantaneo interesse dei lettori – e non solo.
L’elemento di novità di “Stazione 27”, e ciò che lo fa emergere dalla melma degli zombie che si decompongono sugli scaffali, non è infatti tanto la storia che narra, quanto la formula che propone: una serie a episodi il cui regista è il lettore stesso. Ciò che l’autore fa, in queste poche pagine, è principalmente esporre una situazione, tratteggiare uno scenario, mettere in scena un gruppetto di personaggi. Per poi interrompersi e passare la penna ai lettori.
Come continua questa storia?
L’invito è a raccogliere la penna della sfida e proseguire con un nuovo episodio: non passano che due giorni, e la prima timida proposta di continuazione fa capolino sul forum. È l’inizio dell’invasione: nelle seguenti due settimane il numero di proposte raggiunge la trentina, con una punta di dieci nel solo 14 ottobre. Una redazione qualunque sarebbe crollata sotto il peso dei manoscritti (parliamo di racconti di 30, 40, anche 50 cartelle), ma in Delos Digital tengono botta; anzi, annunciano a sorpresa la prima selezione. Sorpresa nella sorpresa, sono gemelli! Le proposte avanzate da Ilaria Tuti e Carlo Vicenzi vengono riunite in un’unica storia e, dopo una maratona che impegna editor e grafici per un’intera settimana, il 22 ottobre “The Tube 2: la fame e l’inferno” vede la luce (per modo di dire, visto che l’azione si svolge in gran parte al buio).
Il successo è immediato: dopo la pubblicazione di TT2 le proposte ricominciano a fioccare (venti, solo nella settimana successiva) al punto che perfino la redazione di The Tube si convince a chiedere un timeout... ma non prima di avere annunciato la selezione di TT3: altro numero doppio.
E qui entro in ballo io.
1+1=TT3, ossia: la mia vita tra i non-morti
Lo confesso candidamente: non sono un fanatico degli zombie (ma non datemi peso: avevo scritto la stessa cosa per i gialli, prima di uscire tre volte con Mondadori). Malgrado il tema, però, la tentazione di partecipare a un progetto seriale aperto non ha impiegato molto a stuzzicare le mie celluline grigie; le quali, manco a dirlo, si sono subito messe ad architettare una storia anomala: una storia di zombie... ma senza zombie. Anzi: alla fine, titolo a parte, in tutto il manoscritto la parola “zombie” non apparirà neppure una volta. Tempo di proporre l’episodio, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, e il 17 mi giunge la risposta, nientepopodimeno che da Franco Forte in persona: “Sì, è ben scritto, divertente, vive di vita propria, ma...”... ma da sola, una storia horror così non sta in piedi: i lettori vogliono il sangue. Almeno uno zombettino piccino piccino non ce lo vogliamo mettere?
In definitiva, è un rifiuto: ma un rifiuto col “ma”.
Nemmeno a farlo apposta, infatti, un’altra proposta un po’ zoppicante era appena apparsa sul forum, giusto un paio d’ore prima della mia. È così che sono incappato nel mio nuovo socio, Antonino Fazio.
Conoscevo già Antonino, ovviamente; oltre ad averne apprezzato le opere, ci eravamo già incontrati al Salone del Libro di Torino; ma non avevo mai lavorato con lui. Eppure, fin dal momento in cui ci scambiamo i rispettivi manoscritti, è tutto un rimbalzare di idee: “E se facessimo...” “Sì, e poi qui aggiungiamo...” “Giusto: allora io posso...” “Anzi, no, aspetta, ancora meglio: e se invece...” È così che, dai brandelli sanguinanti di due racconti da 30mila battute, ne nasce uno da quasi 90mila: uno più uno uguale tre, appunto.
Stiamo già scambiandoci sonore pacche sulle spalle, quando arriva l’oste col conto.
Il 22 ottobre esce TT2, e con il nuovo episodio la storia si arricchisce di un altro meraviglioso protagonista: la semiumana (o semizombie) Tea. Il personaggio uscito dalla penna di Carlo Vicenzi è così poderoso da non poterne prescindere: fortunatamente, la nostra storia sembra fatta apposta per accoglierlo. Basta cambiare un po’ qua, aggiungere questo là, riscrivere daccapo il finale... e trentasei frenetiche ore dopo, l’incipit di “The Tube 3: Giorno Zero”, di Antonino Fazio e (per servirvi) Alain Voudì, fa la sua apparizione in mezzo alle decine di altri sul forum della WMI.
Il 27 ottobre l’annuncio: “Franco Forte ha scelto il terzo capitolo della saga The Tube”.
Quale fosse il prescelto, ve lo cercate su Amazon.
Il mappamondo in scala 1:1
Con l’uscita di TT3, l’universo narrativo di The Tube si espande ben oltre i confini della metropolitana e i suoi dintorni, e il numero di personaggi, malgrado le stragi, continua a crescere. (Aggiornamento: alla fine del quarto episodio, con nemmeno trecento cartelle all’attivo, abbiamo già più di venticinque personaggi in giro per il mondo, quasi tutti ancora più o meno vivi, e almeno cinque linee narrative intrecciate, aperte su altrettanti scenari: beccati questa, George Martin!)
È ormai ovvio che i nuovi autori abbiano bisogno di uno strumento di navigazione, per poter proseguire senza perdersi i pezzi di zombie per strada. Così, quando Franco ci comunica la sua scelta, ci chiede anche di aggiungere in appendice a TT3 un compendio di tutte le informazioni utili per progettare le storie a venire.
Nasce così la Tubepedia.
Nel momento in cui scrivo siamo alla terza edizione (di cui una Exposed), e altre ancora sono programmate in appendice a ogni nuovo numero in uscita: in questi corposi sommari i lettori, ma soprattutto i nuovi candidati autori, possono trovare i riassunti delle storie, le biografie dei personaggi, e ogni altra informazione utile (o anche inutile) sul mondo di TT e sul Morbo – vera o falsa che sia.
Eh, sì: perché la Tubepedia riporta verbatim ogni informazione che viene raccolta dai protagonisti nel corso degli episodi: e sappiamo già che alcune di queste sono come minimo fuorvianti, se non proprio fraudolente. Ai nuovi autori la facoltà di confermare e approfondire, o di smentire e smascherare i bugiardi. E ce ne sono: oh, se ce ne sono!
Un universo ancora più putrido
Ma nemmeno la Tubepedia soddisfa la sete di zombie: il 31 ottobre, come fulmine a ciel sereno, Franco Forte colpisce ancora, e annuncia la nascita di una nuova costola di TT.
The Tube Exposed: racconti che sono stati esposti al morbo.
Al momento del primo provvisorio timeout implorato dalla redazione, ormai provata dalle oltre cinquanta proposte arrivate (per un totale di oltre 1500 cartelle!), già troppi racconti di eccellente fattura dovrebbero venire scartati per questioni di spazio e ritmi narrativi: un sacrilegio che urla vendetta. E allora che si fa? Si raddoppia, che domande! Alternandosi alla serie principale, la nuova serie propone ai lettori storie indipendenti, autoconclusive, ma ambientate nello stesso universo narrativo di TT.
Così, con l’arrivo di TTE, il mondo di The Tube può ora contare su un’uscita alla settimana, e su una base di avidi lettori che non attendono altro che il martedì per fiondarsi sulla nuova storia e iniziare a progettarne i successivi sviluppi, anche solo partecipando alle discussioni con gli autori sul forum.
Non passa molto tempo, prima che perfino giganti del calibro di Alan D. Altieri, Dario Tonani e Stefano Di Marino dichiarino la loro volontà di arricchire il progetto con i loro spin-off, offrendosi inoltre di accogliere poi a loro volta i contributi dei lettori per possibili seguiti.
La nuova esposizione al Morbo getta ulteriore benzina sull’entusiasmo degli autori: al momento in cui scrivo, vedo sul forum quasi novanta proposte di nuovi episodi, e non passa giorno senza che qualche candidato, veterano o (ancora) del tutto sconosciuto, si faccia avanti con la propria idea.
Questa è infatti la grande forza di The Tube: la storia la scrivono i lettori... sia pure con la sorveglianza (e l’editing spietato) di una signora Redazione.
Perché se è vero che tutti, ma proprio tutti, possono partecipare, è anche vero che l’unico, imprescindibile parametro richiesto per l’ammissione è l’assoluta qualità degli episodi proposti.
Una qualità che, a giudicare dai risultati, viene riconosciuta anche dal grande pubblico.
Vivente, o comunque non-morto.
The Tube e The Tube Exposed: ogni martedì sul Delos Store e in tutti gli store online.
Da gustare al… sangue.
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