Trevor Between non può morire, è un immortale che ha attraversato quasi settecento anni, vissuto numerose esperienze, amato e perduto molte donne.
Anestetizzato dal tempo, calca il pianeta come un fantasma, non affezionandosi più a nessuno, vivendo alla giornata. Finché un giorno non incontra Alison, la donna della sua vita e trova l’amore vero.
Ma per un gioco crudele del destino, Alison trova la morte in un incidente stradale e Trevor dovrà intraprendere un viaggio, sia fisico sia mentale per placare il dolore che lo pervade e scoprire il senso stesso della sua esistenza e di cosa vuol dire essere Il Sesto.
Scritta da Lucio Perrimezzi (Stupidomondo, Rockin’ Roads) e disegnata da Francesca Follini (Progetto Uranus, La nouvelle guerre de bouton), Il Sesto è una graphic novel intimista a sfondo sovrannaturale, che si interroga sulla morte, sull’amore e sull’immortalità.
Quello che gli autori sembrano suggerirci, attraverso le parole e la vita di Trevor è che non esistono periodi inutili della vita di un uomo e che il tempo non va sprecato. Trevor di tempo ne ha moltissimo, ma non è mai riuscito a utilizzarlo al meglio, a comprendere e parlare con le persone che ha amato, a riconciliarsi con se stesso, scappando sempre e ogni volta e ricominciando da capo in un’altra città.
Come nel mito, Orfeo scende agli inferi per riportare alla vita l'amata Euridice, così Trevor compie un incredibile viaggio nella memoria e verso il purgatorio per incontrare suo padre Eleazar e avere le risposte che cerca da sempre e, anch’egli, riuscire a portare indietro Alison.
In questa impresa sarà accompagnato e ostacolato (come Virgilio con Dante nella Divina Commedia) dal Mercante di anime, che nell’immaginario degli autori assume le sembianze del medico della peste: tonaca lunga, cappello a tesa larga e una maschera a forma di becco, figura che ricorda alcune storie di Hellblazer.
Dal punto di vista dei testi s’intuisce la documentazione per gestire la notevole mole d’informazioni che Perrimezzi macina nella storia (dalle sacre scritture alla cabala, dal simbolismo alla musica), che alternando momenti di azione a quelli di riflessione (a tratti decisamente troppo didascalici) riuscendo a imbastire una trama che tocca note profonde nel lettore.
Ai disegni, invece, è molto efficace il segno di Francesca Follini che partendo dagli stilemi del manga giapponese si evolve in uno stile molto personale, in grado di rappresentare la vasta gamma di emozioni e sentimenti che una storia come questa richiede, riuscendo, in più, a utilizzare una griglia molto dinamica.
Una graphic novel avvincente che riserva numerosi momenti di riflessione e due autori, questi, con molte cose da dire e da tenere d’occhio per i lavori futuri.
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