Esce in questi giorni per la Nuclear Blast la special edition dell'ultimo lavoro in studio degli Anthrax, Worship Music, col quale si trova allegato l’EP Anthems. Per chi ha già l'undicesimo lavoro in studio dei newyorkesi, questo EP può essere acquistato anche separatamente sia in cd che in vinile.
Anthems è una raccolta di sei cover hard rock anni ‘70 molto simili in tutto e per tutto alle originali: la cosa non sembra affatto casuale visto che Scott Ian e soci fanno di tutto per imitare il più possibile non solo la struttura originale ma anche i suoni caratteristici delle varie band: rock ' n roll per gli Ac/Dc, prog per i Rush e AOR per Boston e Journey. Questa è una conferma della versatilità dei veterani del thrash, che già a fine anni '80 ai concerti vestivano bermuda e t-shirt anziché borchie, e suonavano rap con i Public Enemy.
L’energia, la freschezza e il calore che emanano da questi pezzi sono molto coinvolgenti e fanno capire quanto il gruppo si sia divertito a suonarli e registrarli un po' dove capitava, come si apprende leggendo dal loro sito: “a casa di Benante, negli studi Ruston di New York, sul tour bus durante il Mayhen’s tour la scorsa estate, in stanze di alberghi e nel backstage del loro spettacolo di Berlino lo scorso dicembre”. Nonostante questa varietà di location e situazioni, le canzoni prodotte da Jay Ruston e Rob Caggiano hanno tra loro un sound omogeneo, pulito e molto caldo che calza perfettamente al mood rock ‘n roll. E che alla band è piaciuto registrare questo EP lo si capisce dalle parole di Joey Belladonna: “Queste sono band con le quali sono cresciuto e che ho ascoltato da sempre”.
Si parte con la canzone che ha dato il titolo all’EP: Anthems dei Rush, suonata con grande precisione (da band più prog che metal) e con Belladonna e Frank Bello che imitano rispettivamente vocalizzi e linee di basso di Geddy Lee così bene che per un attimo ho pensato che a suonare come ospite ci fosse effettivamente il cantante e bassista della storica band canadese.
Si continua con TNT degli AC/DC, un po’ meno grezza dell’originale ma dal sound più compatto e pieno di passione. Ancora una volta è Belladonna a spiccare con la sua voce che diventa calda e graffiante come un vero cantante rock’n roll, pur questa volta non ricordando l’inimitabile Bon Scott.
Ed ecco i due brani AOR: Keep on running dei Journey ma soprattutto Smokin’ dei Boston, che esplode con un muro di chitarre dal suono vicino a quello che la band di Tom Scholz & co era capace di creare con in più i suoni più taglienti del metal. Di nuovo Belladonna che imita con successo Brad Delp e a metà brano addirittura l'apparizione dell’hammond (novità assoluta per una band thrash), qui suonato da Fred Mandel che, ancora come riportato sul sito della band, “ha suonato con Alice Cooper, Queen, Elton John, Cheap Trick, Supertramp e per i Pink Floyd nell’album The Wall”.
A proposito dei Boston, Charlie Benante ha detto: “Se c’è un primo album perfetto è quello dei Boston: i loro assoli armonici [di chitarra] sono stati ripresi dagli Iron Maiden e questi hanno a loro volta poi portato al thrash”.
Si continua con Big Eyes dei Cheap Trcik e qui la versione degli Anthrax è nettamente più pesante e potente dell’originale: delle sei cover questa è l’unica nella quale emerge lo spirito metal dei newyorkesi.
Ultima cover è Jailbreak dei Thin Lizzy con Belladonna ancora una volta intento a ricordarci la timbrica di Phil Lynott. Colpisce qui più che nelle altre cover come dall'originale siano stati trasposti lo stesso calore, lo stesso spirito e la stessa atmosfera. Una spanna sopra le altre insieme ad Anthem
Chiude l’EP il pezzo Crawl, dall’ultimo lavoro in studio della band e qui proposta in due versioni: la prima è quella già sentita su Worship Music, la seconda (chiamata Remix) è più sinfonica e accentua la drammaticità e la cupezza del pezzo e seppure questa seconda versione non sia male, l'album version rimane migliore.
Acquisto consigliato non solo per chi è fan della band ma anche per tutti coloro che vogliono avere una mezz'ora di divertimento ed energia direttamente dagli anni '70: brani che seppur non tra i più famosi della storia del rock, suonano ancora oggi molto freschi e hanno da dire forse più di altri che in quel periodo hanno avuto più successo. Grazie al talento di una delle più grandi band thrash di sempre, li scopriamo (o riscopriamo) con grande piacere.
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