Il gioco lugubre è un graphic novel pubblicato in Italia dai tipi di Tunué per i testi e i disegni del pluripremiato Paco Roca.
L'opera racconta la storia di Jonas, giovane ragazzo che vive nel fermento culturale e politico della Spagna degli anni Trenta, alle soglie della guerra civile, con il fascismo che prende sempre più forza in tutta Europa, che lascia Madrid per andare a lavorare come segretario a Cadaqués (Girona) alle dipendenze del famoso pittore catalano Salvador Deseo, personaggio controverso circondato da un’aura inquietante e dal quale i pescatori del villaggio si tengono alla larga.
Qui vivrà, suo malgrado, una esperienza da incubo e conoscerà i terribili segreti dell’artista, da sempre ossessionato dalla morte.
Roca giustifica la storia che sta raccontando attraverso la memoria del narratore Jonas, con il ritrovamento di un libro scritto dal giovane segretario, in cui vengono narrati i fatti poi illustrati da Roca, attraverso una felice invenzione della narrazione, un gioco letterario, un’allusione che il lettore attento accetta affascinato dalla storia che gli si sta per raccontare. E Il gioco lugubre di elementi affascinanti per catalizzare l’attenzione del lettore ne ha più di uno.
La storia è modellata sulla figura del carismatico pittore Salvator Dalì, che con le sue opere ha scandalizzato e provocato un’intera generazione di artisti e politici. Roca crea un alter ego del pittore spagnolo (Salvador Desco) e non lo nomina mai direttamente, ma l'artista è riconoscibile attraverso i particolari della sua vita e i numerosi riferimenti alla sua opera.
Ne emerge, così, la figura di un’artista tormentato, che imprigionava i suoi peggiori incubi e le ossessioni su tela: dalla morbosa attrazione per la morte, a quella dei cadaveri di animali in putrefazione, dal trauma subito nell’infanzia nelll’apprendere di aver avuto un fratello gemello, con lo stesso nome a cui, per tutta la vita credette di aver rubato l’identità, alla pulsione soffocata per il sesso.
La narrazione si snoda attraverso sequenze oniriche e situazioni reali, seguiamo le vicende del protagonista Jonas, del suo graduale isolamento (gli abitanti della cittadina lo scacciano, perché alle dipendenze del pittore folle), della sua personale discesa negli inferi attraverso visioni demoniache (massi che prendono forme inquietanti, i tagli praticati con un rasoio dal pittore sul suo corpo e altri terribili orrori) che non risparmia neanche la giovane e bella Roser, per la quale il giovane ha una cotta, verso un epilogo tragico ma nello stesso tempo inquietante e rivelatore.
Un’opera ricca di riferimenti simbolici e citazioni: magistrale, in questo senso la sequenza in cui Deseo taglia l’occhio a una giovane ragazza, citazione del cortometraggio Un Chien Andalou che Dalì scrisse nel 1929, insieme al regista Luis Buñuel, che rappresenta l’atto dell’autore di far vedere al lettore, anche causandogli grandi sofferenze, tutto quello che non ha mia visto e non ha mai voluto vedere.
Il tratto semplice ed elegante di Roca, in questo volume arricchito da una mezzatinta e dall’uso del colore rosso per le scene di sangue, si adatta perfettamente alla rappresentazione della vicenda e alle atmosfere dense, morbose e cariche di tensione della storia.
Un’opera affascinante, ricca di suggestione e immagini potenti, che mischiando realtà e fantasia si interroga sul lato oscuro e maledetto dell’arte e dell’animo umano.
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