Il 28 gennaio c’è stato l'esordio statunitense dell’ultimo parto di Uwe Boll, il regista responsabile (e qui, il termine "responsabile" dovrebbe avere secondo noi anche ricadute legali…) del pessimo House of the Dead, cioè di Alone in the Dark.
Il regista, che ha la facoltà di rendere ogni intervista a lui fatta una specie di delirio di difficile interpretazione (provate a leggerne una per credere), tra una risata e l'altra (ma che avrà da ridere?) ci informa, tramite dichiarazioni rese a Filmforce, che la Lions Gate non gli ha permesso di essere presente alla proiezione per la stampa del film. "La Lions Gate", afferma il teutonico Boll, "mi ha detto che la stampa non vuole parlare con i registi. E’ stato divertente. Non l’avevo mai sentita questa. Dicono che i registi cercano sempre di esaltare le caratteristiche di un film e la stampa questo non lo vuole". La cosa più divertente è che pare il buon Uwe se la sia bevuta…
Mentre il regista ci rende partecipi delle sue considerazioni su vari attori, peraltro condivisibili (Keanu Reeves è inespressivo mentre Christian Slater può portare un pizzico di humor nelle sue interpretazioni), la stampa USA si è scatenata nella probabilmente sacrosanta azione di massacro del film.
Filmforce stessa si chiede "come un film simile possa essere prodotto ai giorni nostri". Continua dicendo che il film è colmo di umorismo involontario… il che non è mai un buon segno "quando il pubblico inizia a ridere con l’inizio stesso del film". Il coltello viene affondato a morte quando dichiara che "del film si capisce poco e l’unica cosa consistente è la mediocrità del tutto".
Stephen Holden del The New York Times ci fa sapere che "questo horror, preso da un videogame Atari, è così inetto in ogni suo livello che viene da chiedersi come mai il distributore non l’abbia pubblicato direttamente per l’home video, o, meglio, gettato nella spazzatura", grosso modo come Christian Toto del Washington Times, che scrive che "Alone in the Dark non merita neanche l’umiliazione di andare direttamente nel mercato home video".
Lapidario Scott Nash di Three Movie Buffs: "Uno dei peggiori film mai fatti" mentre Michael Rechtshaffen dell'Hollywood Reporter dice che "come adattamento da un videogame, anche ‘Pong: Il Film’ avrebbe avuto molta più personalità".
E’ nostra norma riportare anche le recensioni positive; purtroppo in questo caso non è stato possibile. Non ne abbiamo trovate.
3 commenti
Aggiungi un commento... giudicare un film senza a prima averlo visto. Personalmente io ho visto "Alone in the Dark" in inglese, ben sapendo che la pellicola pur portando il nome di un videogioco non prendeva spunto da alcuna delle quattro trame... ma era una creazione a se stante. E sinceramente mi è piaciuto, mi è piaciuto moltissimo. Mi sembra sciocco dare adosso ad un film solo per il gusto di farlo. Non piace il regista... questo però nn vuol dire che ogni suo lavoro sia una schifezza. AITD non lo è. Si capisce benissimo peraltro, e non è vero che è piatto e confuso. Mi domando se voi di Horror Magazine l'abbiate visto prima di scrivere il pezzo relativo, o vi siate fatti influenzare dalle critiche giornalistiche, che come si sa lasciano il tempo che trovano... ("Donnie Darko" ne è esempio lampante...)
In ogni caso la pellicola, che a mio avviso è più che degna di apparire nelle sale cinematografiche soprattutto per gli effetti speciali, verrà trasmessa nei cinema italiani dal 15 di luglio, i diritti sono stati comprati dalla Mediafilm.
Chi ha scritto l'articolo (cioe', il sottoscritto) non ha giudicato il film senza averlo visto, casomai fa delle osservazioni ironiche sul passato lavoro del regista.
Per cio' che riguarda il film, ho riportato il parere di chi il film l'ha visto, citando nomi, cognomi e fonti. Non ho dato giudizi sul film. Visto il tenore delle recensioni mi sono al massimo sbilanciato con un "probabilmente sacrosanta". Per cui, o hai letto l'articolo senza afferrarne il senso, o ne hai letto un altro da qualche altra parte.
Perla cronaca, il piu' che affidabile rottentomatoes.com (il sito che, per l'appunto, riporta le recensioni di praticamente tutta la stampa USA) ha un ratio di "tomatometer" pari all'1%, che corrisponde grosso modo al fatto che non ci sono recensioni positive. Neanche una.
Ti faccio inoltre presente che ho riportato i pareri "piu' gentili", tralasciando quelli di quei critici che, ad esempio, "vedono sicuramente, per gli attori coinvolti, un futuro in film piu' dignitosi: ad esempio i film porno".
Chiaramente, come per ogni cosa, qualcuno a cui piace si trova sempre. Questo qualcuno, evidentemente, non l'ha recensito.
Dato che l'hai visto, farebbe piacere leggere cosa ti ha particolarmente colpito di questo film, al di fuori degli effetti speciali.
Cara Mamia, il pezzo riporta in modo del tutto palese proprio le critiche giornalistiche statunitensi.
Poi, è vero, le "opinioni" sono sempre discutibili. Prendiamo quelle diffuse degli uffici stampa legati alla produzione o alla distibuzione di un dato film, di solito del tutto inattendibili...
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