"Scopri il mistero sotto la pelle" è lo slogan della mostra itinerante Körperwelten (il mondo del corpo), dell'anatomopatologo Gunther von Hagens, visitata da oltre 13 milioni di persone. Alla mostra è possibile ammirare corpi umani e animali trattati con un particolare procedimento che permette non soltanto di conservarli perfettamente, ma di disporli nelle posizioni piu' disparte: abbiamo così corpi spellati che giocano a scacchi o a basket, donne gravide col ventre aperto, corridori coi muscoli tagliati e disposti in modo che sembrino le penne di un volatile...
Von Hagens non ha un'aria molto rassicurante, e col suo cappellaccio nero sembra un po' il protagonista di un film dell'orrore. Lui si proclama artista e rivendica un primato: quello di aver portato fuori dalle sale settorie il corpo umano post mortem e averlo messo, in tutto il suo splendore carnografico, nei musei. A suo dire non c'e' nulla di morboso in questo, tanto che alla sua mostra (comunque osteggiata e criticatissima) sono ammessi anche i bambini.
Körperwelten ha gia' toccato numerosi paesi, tra cui Germania, Belgio, Svizzera e Giappone; il visitatore, all'uscita, è invitato a firmare un foglio con cui dona il proprio corpo (naturalmente dopo il decesso) all'eccentrico anatomopatologo; nonostante quel che si crederebbe, sono in molti a farlo. Proprio i corpi degli spettatori meno fortunati sarebbero la materia prima delle future opere di von Hagens.
Ultimamente, però, sembra sia emersa una verità un po' diversa. A parlarne è stato il tabloid tedesco Der Spiegel: pare infatti che Gunther von Hagens sia a capo di un'intera azienda, la Von Hagens Plastination Ltd, con sede in Cina, dove almeno 170 operai lavorerebbero in una vera e propria catena di montaggio (o meglio smontaggio) dei corpi. La Cina sarebbe stata scelta perché dotata di una legislazione più flessibile per quanto riguarda l'uso dei cadaveri a fini scientifici, e i corpi verrebbero non donati, bensì acquistati dalle carceri e dagli istituti di medicina legale. Alla Von Hagens Plastination sarebbero conservati centinaia di corpi più o meno interi pronti a essere utilizzati nelle redditizie mostre e, addirittura, si parla dei corpi "plastificati" di due giovanissimi giustiziati con un colpo di pistola.
Si può ricordare che da sempre la scienza medica e l'arte collaborano; basti citare i meravigliosi modelli anatomici di Giulio Zumbo conservati al Museo della Specola di Firenze che, pur se realizzati in cera, provengono da calchi fatti dal vero. Questo non toglie che Gunther von Hagens e le sue pratiche rimangano decisamente inquietanti.
12 commenti
Aggiungi un commentoE che, scherzi? Una volta pubblicato, il racconto non è più mio, ma di chi lo legge. Una difesa d'ufficio non ha senso e qualsiasi cosa io possa dire non farebbe cambiare il giudizio negativo.
Se credi, possiamo tranquillamente discutere dell'età stilistica di alcuni scritti (lo stesso Lovecraft si sentiva terribilmente inadeguato al suo tempo) e al tipo di registro che conviene tenere (o che si sente più vicino alla propria sensibilità), se il racconto ce ne dà lo spunto.
Non preoccuparti: nei confronti delle mie opere, non esiste critico più severo e insoddisfatto dello stesso autore
Ecco, appunto. E' una questione di sensibilità. Anche il Profumo di Suskind è scritto con uno stile "retrò", e ciò nonostante rimane uno dei libri - per me - più interessanti e riusciti degli ultimi cinquant'anni.
E comunque: a me il racconto è piaciuto moltissimo. Altrimenti non l'avrei pubblicato!
Sottolineo però che la lettura a schermo va tutta a danno di un racconto di questo tipo... sono sicuro che l'avessi letto al buio, su carta e con calma, l'avrei apprezzato molto di più!
troppo lungo
esibizionistico
... un certo afflato... fantasy... piuttosto che lovecraftiano
puoi fare molto meglio
quindi, per puro egoismo di lettore interessato: due brutali stellette.
Certo che trovare così tanti racconti tra un forum del circuito e un altro ti fa davvero andare nel pallone. Una volta trovato quello giusto però, si riesce ad accomodarsi... si fa per dire, nel senso che fermi sulla sedia una narrazione del genere non fa stare davvero... Sono stata contenta di aver trovato quest’omaggio al “maestro”.
Irene Vanni (segretaria del Comitato per la ristampa di “Sguardi Oscuri”)
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