Dopo di che, scese le anguste scale e piombò quasi di corsa nella casba, imbattendosi all’istante in un branco di cani che pasteggiavano col cadavere di Huck.

Fu infine il più grosso, un bastardo con un solo occhio e per

di più semichiuso da chissà quale feccia, a strappare la scimmia

dalle grinfie degli altri commensali imboccando di gran

carriera il vicolo, con la coda dell’animale che sbatacchiava sul

lastricato.

Twain mollò un sospiro.

Forse anche lui sarebbe finito così, una volta morto. Gettato

in mezzo alla strada, divorato dai cani.

Sempre meglio che farsi sbranare dai critici letterari. Quei

figli di puttana.

La strada puzzava di pesce marcio e di pesce fresco. Il sangue

che grondava dai tavolacci andava a raccogliersi in minuscole

pozze color ruggine, insinuandosi tra le commessure del

lastricato. L’odore acuto delle olive fin troppo mature impregnava

l’aria e gli aggrediva le narici. Twain si aggirò per le

viuzze contorte, cosa che fino a sei mesi prima gli sarebbe parsa

più complicata del ritrovare la strada nel labirinto di Cnosso,

scovando infine Abdul che disponeva la propria mercanzia

su un consunto ma ancora splendido tappeto marocchino intrecciato

in azzurro, verde e viola. Tra gli oggetti in mostra sul

tappeto spiccava qualche libro. Alcuni di quelli li aveva scritti

proprio Twain, e provenivano dalla sua stessa biblioteca. Tutti

quanti, nessuno escluso, gli ricordavano i soldi che aveva investito

in donne e alcol. Soprattutto alcol.

Abdul occhieggiò Twain, munito di sacca e dei due libri

sottobraccio.

«Amico mio. Altri libri. Vedi bene che non ne ho bisogno.»

«Questi sono gli ultimi, Abdul. Una volta venduti, prendo

il traghetto per la Spagna.»

«E cosa ci fai, laggiù? Meglio che te ne resti qui, tra amici.»

«Vecchio filibustiere. Per tutto quel che ti ho venduto mi

hai dato un tozzo di pane. Questi sono volumi di pregio.»

«Non valgono molto.»

«Ti ho venduto copie firmate dei miei stessi libri.»

«Ahimè, neanche quelle valgono molto. Senza la firma, forse...»

«Davvero spiritoso, Abdul. Se non mi sentissi come con un

elefante seduto in testa, ti darei una bella ripassata vecchio stile,

come facciamo noi in America.»