Il passaggio da CD a mp3 non rappresenta solo la semplice transizione da un formato a un altro (come lo è stato, per esempio, quello da vinile a CD). L'evoluzione delle tecnologie a disposizione, la diffusione delle linee Internet ad alta velocità, l'esplosiva crescita di youtube e facebook, insieme a molti altri fattori, hanno costretto le band e le case discografiche a cercare nuove strategie per adattarsi a una realtà completamente nuova. Non è più pensabile accontentarsi della rendita data dalle vendite di un album, per cui suonare dal vivo diventa fondamentale anche dal punto di vista economico.
D'altronde la rete si sta rivelando un mezzo di diffusione musicale senza precedenti. Gli ascoltatori hanno accesso molto più facilmente alla proposta musicale e, di conseguenza, hanno anche maggiore possibilità di andare ad ascoltare dal vivo un artista che altrimenti avrebbero ignorato. Insomma, ciò che una volta era il problema, oggi può diventare una risorsa.
Conseguenza diretta di questa evoluzione è stato l'inasprirsi del conflitto tra major ed etichette indipendenti. Una major è una casa discografica che possiede un proprio canale di distribuzione (cioè la catena di intermediari che portano il prodotto sugli scaffali dei negozi) e che controlla un'importante fetta percentuale del mercato musicale. All'estremo opposto vi sono le autoproduzioni, ovvero i lavori prodotti e distribuiti completamente a spese degli stessi autori. Le etichette indipendenti si trovano nel mezzo: esse nascono dalla volontà degli artisti di rendersi autonomi dalle grandi case discografiche, cercando di ovviare ai limiti dell'autoproduzione. La possibilità offerta da Internet di distribuire materiale a basso costo, sta favorendo il proliferare di tali etichette, meno sensibili al danno economico e, per natura, più adatte alla nuova realtà che va profilandosi.
È ovvio che le etichette indipendenti rappresentano una realtà molto variegata: alcune sono delle vere e proprie filiali delle major (le quali possono possedere fino al 50% di un'etichetta indipendente), mentre altre possono essere considerate alla stregua di autoproduzioni.
Il vantaggio principale offerto da un'etichetta indipendente è la maggiore libertà che l'artista ha di esprimere la propria arte, grazie al peso minore che viene dato alle richieste di mercato, dalla quale nascono le pressioni maggiori esercitate dalle grandi case discografiche. Questo tipo di terreno si rivela molto fertile per tutti quei generi musicali più sperimentali e meno apprezzati dal grande pubblico, come l'avant-garde.
L'avant-garde è un genere che può essere ricondotto a molteplici filoni musicali, a partire dalla musica dodecafonica, ideata da Arnold Schoenberg nel '900, fino alle sperimentazioni jazz di John Zorn, o alle derivazioni difficilmente inquadrabili evolutesi dal black metal di gruppi come Ulver o Arcturus. Nella sua accezione più ampia, esso consiste nella non appartenenza a nessun genere, che, all'atto pratico, si traduce nella confluenza dei generi musicali più svariati, dando vita a qualcosa di nuovo. La differenza principale col progressive metal (genere con cui può essere facilmente confuso) è la maggiore attenzione nei confronti della sperimentazione sonora, piuttosto che dell'esecuzione tecnica, anche se il confine tra i due è spesso labile. Per esempio, mentre nei generi progressivi vi è un ampio uso degli assoli, questi in genere assumono un ruolo secondario nei pezzi di avanguardia, mentre ampio spazio viene concesso all'elettronica o all'impiego di strumenti atipici.
Partiremo da due presupposti: innanzitutto che ascoltare musica sia un'arte difficile da praticare, e che tale arte vada esercitata e migliorata nel tempo; in secondo luogo, che l'unico vero modo per apprezzare la musica siano i live show. Il nostro obiettivo sarà quello di esplorare la realtà avanguardistica del metal e del rock italiani e stranieri, andando a valutare da un lato come si comportano le band sul palco, dall'altro la qualità della loro musica su disco. La nostra attenzione sarà rivolta alle band di genere prodotte e distribuite da etichette indipendenti, e che abbiano all’attivo almeno un full-lenght.
Gli articoli tratteranno quindi sia dell'evento live, sia dell'album o del lavoro presentato ed eseguito in loco. Brevi cenni verranno fatti anche riguardo l'etichetta di riferimento e le altre band eventualmente presenti allo stesso evento, limitandosi a commenti sintetici sulla sola esibizione dal vivo.
Vi lasciamo alla lettura del primo articolo di questo ciclo, dedicato ai Viscera///, al loro surreale show presso Villa Vegan a Milano e al loro ultimo album (vedi qui).
Buona lettura.
1 commenti
Aggiungi un commentoC'è voluto del tempo per mettere perfettamente a fuoco cosa sarebbe stata questa rubrica, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Siamo partiti.
Tuttavia, per rendere sempre migliori i contenuti e per capire se gli obiettivi che mi sono proposto vengono raggiunti, i vostri commenti sono essenziali. Spero di poter leggere i vostri pareri, le vostre sensazioni e le vostre critiche in abbondanza, di modo da poter rendere anche voi partecipi di questo lavoro.
Cercherò di garantire risposte a chiunque scriva.
Grazie in anticipo.
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