L’attore americano Dennis Hopper è morto nella sua villa di Venice in California, per una complicazione al cancro alla prostata che lo affliggeva da tempo.
Mito di una generazione, personalità effervescente e anticonformista, Hopper si è fatto notare accanto a James Dean, in Gioventù bruciata (1955) e Il gigante (1956), legando in seguito il proprio nome alla breve stagione hippy e antiautoritaria del cinema americano dei tardi anni sessanta: il suo esordio dietro la macchina da presa, Easy Rider (1969), è infatti divenuto il film-manifesto dell'epoca, nonché una delle pellicole fondamentali della New Hollywood.
Come regista, si ricordano Out of the Blue (1981), Colors (1987), The Hot Spot (1990); come attore: L'amico americano (1977) di Wim Wenders, Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola, Velluto blu (1986) di David Lynch, Il cuore nero di Paris Trout (1991) Una vita al massimo (1993) di Tony Scott, Speed (1994) di Jan de Bont, Waterworld (1995) di Kevin Reynolds, Basquiat (1996) di Julian Schnabel, Space Truckers (1996) di Stuart Gordon, Blackout (1997) di Abel Ferrara, La terra dei morti viventi (2005) di George A. Romero, Palermo Shooting (2008) di Wim Wenders.
Lo scorso ottobre il manager dichiarò che l'attore soffriva di cancro alla prostata, cancellando cosi' tutti gli impegni per concentrarsi sulle cure mediche. Nonostante il 26 marzo 2010 fosse arrivato a pesare appena 45 chilogrammi, non è voluto mancare alla consegna della stella con il suo nome sulla Hollywood "Walk of fame", assieme all'amico di sempre Jack Nicholson, diretto da lui in Easy Rider.
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