Alla fine della terza stagione di Buffy, il vampiro Angel, resosi conto dell'impossibilità del suo amore per la Cacciatrice, si trasferisce a Los Angeles dove inizia a vivere nuove avventure come protagonista, lottando contro forze del male ancora più insidiose e ambigue di quelle che deve affrontare la sua amata.
Questa è la premessa di Angel, lo spin off di Buffy the vampire slayer, che dal 1999 al 2004 integrò l'universo dell'altra serie con toni più adulti, a tratti più sensuali e anche più pessimistici rispetto a Buffy: molti appassionati trovano preferibile l'Angelverse al Buffyverse proprio per questi motivi.
Lo scontro non è più in un universo simile al nostro e chiuso in una piccols cittadina immaginaria, ma si trasferisce in una grande metropoli, dove convivono complotti molto realistici (i big bad della situazione sono i membri di un corrotto studio legale, la Wolfram & Hart) con i classici scontri mistici fra demoni: non mancheranno viaggi in dimensioni parallele, nascite che non dovevano esserci, creature invincibili, dominatori e corruttori.
Angel eredita da Buffy oltre che il protagonista alcuni altri personaggi: Cordelia, che diventa coprotagonista salvo poi sparire verso la fine, Faith, che si converte qui come paladina delle forze del bene, l'ex osservatore Wesley Wyndham Pryce, qui fondamentale per lo sviluppo della vicenda, Spike, coprotagonista nell'ultima stagione e Darla, vampira che creò Angel e che qui torna per una parte essenziale e tragica. Si tratta di personaggi che in Buffy non erano così ben sviluppati, salvo forse Cordelia, e che qui trovano una nuova identità e una conclusione alle loro vicende spesso non lieta come quella dei colleghi dell'altra serie.
Ci sono delle new entry, come il demone canterino Lorne, figura spesso comica ma con uno spessore tragico, la scienziata Fred, alla quale sono legati i più tristi colpi di scena della serie, il ragazzo di strada afroamericano Gunn, il figlio impossibile di Angel Connor, sorta di contraltare più cupo della sorella mistica di Buffy Dawn, i perfidi avvocati Lilah Morgan e Lindsey Mac Donald, il dolce mezzodemone Doyle. Tutti personaggi non di contorno, che portano nuovi sviluppi alla vicenda, che spesso però si esauriscono in pochi episodi, come avviene con Doyle, liquidato in fretta e furia per problemi personali dell'inteprete Glenn Quinn.
I toni della serie di Angel sono più adulti di quella di Buffy: non c'è la metafora del diventare adulti tra mille orrori ma anche con speranza, ma c'è una lotta senza quartiere contro il male, un male che corrompe, con il quale a tratti bisogna fare dei tragici compromessi (come fa Angel alla fine della quarta stagione per salvare il figlio Connor dal mondo devastato dall'avvento della temibile Jasmine). Gli episodi sono legati gli uni e agli altri da una stagione all'altra, con riferimenti intricati, e dopo quattro stagioni abbastanza coerenti l'una all'altra, si cambia registro nella quinta e ultima stagione, con un apparente ribaltamento che vede Angel all'interno della Wolfram e Hart e una sceneggiatura che racconta gli ultimi eventi in 22 giorni, uno per episodio.
In Angel ci sono varie suggestioni, sia quelle dei fumetti di supereroi con super problemi e molti tormenti, sia una critica della corruzione di certi poteri forti statunitensi (impossibile non vedere una metafora della realtà nella scelta di uno studio legale come big bad della situazione), sia una riflessione sull'impossibilità di essere felici attraverso i sentimenti ma nel non voler rinunciare ai medesimi per rimanere umani. Angel rimarrà attratto di nuovo da Darla e amerà suo figlio Connor, Darla farà un sacrificio supremo per far nascere il figlio suo e di Angel, Wesley amerà Fred anche quando si trasformerà nel demone Illyria, il demone Illyria proverà un qualcosa nel suo cuore verso Wesley, Lorne non rinnegherà i suoi amici e quello che prova per loro. Ma nessuno di questi sentimenti porterà agli eroi della storia la felicità e tutte le storie messe in essere nella serie avranno una fine tragica o amara.
La scelta di troncare la serie di Angel non fu di Joss Whedon ma della Fox: nel 2001, all'indomani dell'11 settembre, era stato visto come eroe emblematico che lotta contro il male (ma nelle sue avventure non c'è una metafora delle guerre preventive dell'amministrazione Bush contro il terrorismo). Il finale fu provocatoriamente lasciato aperto da Whedon e dai suoi colleghi, dopo un climax di eventi concitati, e proprio all'inizio di una battaglia, all'apparenza senza speranza per Angel e i suoi amici.
Angel ha continuato le sue avventure poi in una serie a fumetti, come è avvenuto con Buffy, che riprende all'indomani della battaglia, con alcuni sviluppi della vicenda non privi di interesse. Del resto, le possibilità di vedere un seguito delle avventure di Angel su piccolo o grande schermo con gli interpreti originali sono ormai meno che scarse, sia perché manca la volontà a monte della casa di produzione, sia perché gli attori hanno preso altre strade. Come David Boreanaz, diventato protagonista di Bones, dove interpreta l'ironico ma tormentato agente dell'FBI Seeley Booth, o come Julie Benz, Darla, ora moglie del serial killer giustiziere Dexter nel telefilm omonimo. Si è registrato anche un lutto, Andy Hallett, Lorne, morto prematuramente nel 2008 per una grave malattia.
Angel ha per contro ispirato alcune imitazioni, come Moonlight, True Blood e Blood Ties, ma la sua storia è vista da molti come difficilmente eguagliabile: la storia di un'impossibile redenzione, in cui si continua a lottare e ad andare avanti perché si è eroi e gli eroi non mollano mai, il tutto fatto però con poca retorica e poco manicheismo.
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