Abbiamo lasciato da troppo tempo i lettori senza horror di qualità da leggere, e oggi noi di HorrorMagazine rimediamo alla latitanza proponendovi Barbainferno, un originale racconto della vecchia conoscenza di HM Sergio Donato, di cui abbiamo già pubblicato Dove gli insetti vanno a dormire (/racconti/4050/)
L'inferno non ha fuoco né zolfo, ma terreno coltivato a barbabietole dove ci si finisce solo se si è vittime di un incidente stradale la notte tra giovedì 16 e venerdì 17. Questa è la premessa del racconto, che disegna un aldilà infernale molto diverso da quelli a cui siamo abituati, scevro da qualsiasi riferimento religioso e dotato di regole tutte sue per coloro che sono così sfortunati da soddisfare le condizioni necessarie per finirci dentro.
Vi lasciamo al racconto, che potete leggere cliccando sul link.
Buona lettura!
2 commenti
Aggiungi un commentoOrmai sono un consumatore abituale dei racconti di Sergio Donato ( "Eroe di cartone" direi che è stato il migliore, "Tallone da Killer" il meno convincente, ma sempre con notevoli lampi di genio... entrambi letti su WM).
Ottimo questo "Barbainferno". Sembra un episodio di "Ai confini della Realtà", forse troppo action-splatter per i miei gusti, ma qui siamo su Horror Magazine, quindi va bene così. Apprezzo la "trovata" e gli sviluppi. Di solito si sente di gente che torna alla vita dopo aver visto "la luce", qui invece il protagonista torna dopo aver visto... le barbabietole.
Un racconto davvero di qualità. Un saluto, Sam.
PS: Un quesito all'autore: perché il protagonista deve ricevere spiegazioni sul suo stato ultraterreno mentre gli "inseguitori" sanno già cosa fare e chi cercare? Io mi aspettavo un incontro dialettico filosofico/morale che poi degenerava in botte da orbi...
Grazie, Samuele.
(inchino)
Grazie per i complimenti.
Come hai già capito mi piace sperimentare, però devo cominciare da ingredienti base che conosco e che siano riconoscibili.
Insomma, mi piace pasticciare.
Perché gli inseguitori sanno già cosa fare? Incontro dialettico?
No. Da subito questo racconto è nato come qualcosa di sporco, di grezzo, dove le spiegazioni dovevano essere presenti in quantità minime: il giusto per dare una sacrosanta linea di lettura al lettore. Il resto doveva essere inteso, accettato, vissuto, perché l'Inferno non te lo spiega nessuno e può avere tante verità (un po' come questo nostro mondo, se ci pensi).
Volevo che gli Inseguitori avessero solo sete di odio e vendetta, nient'altro. Placata solo dalla morte dei colpevoli.
Un istinto primordiale e barbaro. Un vantaggio su chi ha tolto loro la vita.
Ciao.
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