Il 18° Vampiro è senza dubbio uno dei romanzi più interessanti di quest’anno nell’ambito del genere horror.
Claudio Vergnani, autore esordiente, mette in scena una vicenda di vampiri tutta italiana ambientata a Modena, terra nativa dell’autore. Vergnani fa tesoro di una delle regole fondamentali della scrittura e narra di posti che conosce molto bene, la città di Modena in primo luogo, e costruisce dei personaggi presi a prestito dalla realtà (molti personaggi esistono veramente nella realtà come ha dichiarato lo stesso autore).
Non a caso la voce narrante del protagonista del romanzo è di un uomo che si chiama Claudio (alter ego dell'autore), un disadattato della società che vive di espedienti con alle spalle un numero imprecisato di lavori, a capo di uno scalcinato gruppo di ammazza vampiri, tra cui un ex militare gretto e sboccato ma anche molto divertente di nome Vergy e una serie di casi umani che vanno dall’attore porno, al giocatore di scacchi, dall’operaio al profugo albanese.
Il gruppo viene finanziato da un’enigmatica donna denominata “L’amica”, di cui conosceremo il nome solo a fine libro, per uccidere i vampiri che vivono tra noi e si nascondono in ambienti degradati come case abbandonate, cisterne e palazzi fatiscenti.
Il romanzo si muove su due linee temporali distinte (evidenzianti con font diversi nel romanzo): il presente che ci mostra una situazione già compiuta, in cui il gruppo deve contrastare un attacco dei succhiasangue, e il passato descritto con lunghi e corposi flashback che ci mostrano cosa è accaduto fino a quel momento.
Il vampiro che Vergnani descrive nel suo romanzo non è il vampiro aristocratico ed elegante come vuole maggior parte della letteratura e filmografia su quest’ icona dell’horror, ma è un essere sporco, in decomposizione e ben poco affascinante.
Nella prima parte del romanzo seguiamo le imprese del gruppo di cacciatori, entriamo nell’atmosfera del romanzo e abbiamo modo di conoscere le psicologie dei personaggi che stanano ed eliminano i vampiri nei loro rifugi, rigorosamente alla luce del giorno (non è possibile uccidere un vampiro di notte), azione questa diventata quasi di “routine”.
Nella seconda parte del romanzo abbiamo una presa di coscienza dei protagonisti della vicenda sul problema “vampiri” e i nostri cercheranno di capire le origini del male arrivando a conoscere un Maestro, il 18° vampiro, un potente vampiro vissuto per diciotto vite, diciotto generazioni con conseguenze imprevedibili e drammatiche per tutto il gruppo di cacciatori.
La terza parte del romanzo si ricollega al presente e ci mostra un mondo invaso dai vampiri in cui le creature della notte non si nascondo, ma escono alla scoperto seminando morte e distruzione, finché il gruppo di ammazza vampiri sopravvissuto non deciderà di tentare un ultimo e disperato tentativo di salvezza.
Lo stile di Vergnani è molto discorsivo e scorrevole e ben si adatta ai fatti narrati, calati nella contemporaneità e nella cronaca.
A voler trovare delle pecche al romanzo rimprovererei forse un eccessiva lunghezza (544 pagine) che può scoraggiare chi non ama particolarmente i volumi corposi, l’abbondanza di scene oniriche dei personaggi e di riferimenti e citazioni a libri, film e alle varie conoscenze “dotte” dell’autore, tanto che si è sentito la necessità in fondo a ogni capitolo di aggiungere una serie di note esplicative.
In definitiva il 18° Vampiro è un buon romanzo che intrattiene il lettore con momenti di tensione, sempre ben modulata, e momenti divertenti che strappano più di un sorriso, intercalati a riflessioni (spesso amare) sulla società italiana.
Il libro si conclude con un finale aperto, tanto che è già in lavorazione un sequel per i molti appassionati che si sono affezionati all’opera: non resta allora che dare appuntamento ai lettori che hanno gradito questo primo episodio al seguito delle imprese di Claudio, L’Amica, Vergy & Co.
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