Nel film Lorna Raver fa letteralmente esplodere lo schermo nei panni della signora Ganush, un’anziana signora non proprio gentile che si accanisce su Christine Brown (Alison Lohman),un’ignara funzionaria dell’ufficio prestiti, trasformando la sua vita in un inferno, per averle lanciato contro una terribile maledizione. Veterana dei palcoscenici di New York e Chicago, la Raver hainterpretato i ruoli più disparati nelle popolari serie televisive Nip/Tuck, Desperate Housewives e CSI.
La Signora Ganush non è esattamente un personaggio ordinario. Cosa hai pensato quando hai letto per la prima volta il copione?
Quando l’ho letto per la prima volta, mi sono limitata alla primissima scena del film in cui si vede lei che va a chiedere un prestito bancario come una povera vecchietta sul punto di perdere la sua casa. Non sapevo cos’altro le sarebbe successo nel film, ma posso garantirvi che è stata un’esperienza affascinante e una cosa molto, molto diversa da tutto quello che avevo fatto fino a ora.
Perché pensi di essere stata scelta?
Proprio non lo so. Sam mi ha detto che una delle ragioni è stata che avevo letto il copione come una donna "reale". Questo forse dipendeva solo dal fatto che non sapevo in cosa lei si sarebbe trasformata alla fine! Sam voleva una persona che fosse credibile per quella trasformazione spaventosa. Il mio è un personaggio tipo "non farla incazzare altrimenti non sai cosa ti può succedere"
Conoscevi altri lavori di Sam?
Quando sono stata coinvolta nel film non conoscevo la serie de La casa. Non ero una grande conoscitrice del cinema horror. Adesso si! Quando ho cominciato a dirlo alle persone loro mi rispondevano "Oh, La casa!" Tutti si eccitavano all’idea. Ovviamente conoscevo Sam per i film di Spider-Man, per Soldi sporchi, e qualche altro film al quale ha lavorato. Perciò ero sicuramente interessata a lavorare con lui. Sai, come attrice sono un po’ come quegli operai tuttofare. Mi piace fare le cose più diverse. A New York e a Chicago ho lavorato molto per il teatro. Da quando mi sono trasferita a Los Angeles, ho lavorato soprattutto per la televisione. Perciò per una donna della mia età, il cinema è un territorio rischioso da esplorare e, a questo punto, piuttosto divertente.
Di dove sei originaria?
Sud-est, Pennsylvania. Pennsylvania-Dutch Country. Lì c’è un teatro chiamato Hedgerow, uno dei primi teatri regionali di repertorio del paese. C’erano una scuola e un teatro. Ho cominciato lì a seguire dei corsi ed è lì che poi ho iniziato a recitare. Poter fare le cose in un ambiente professionale è stata una meravigliosa opportunità. Da lì sono andata a New York, a fare teatro e un po’ di televisione. E da lì a Chicago, prima di trasferirmi a Los Angeles nel 1990. Perciò sono qui da un bel pezzo.
Parlaci del tuo lavoro per la televisione
Sono stata molto fortunata perché ho potuto continuare a fare cose diverse. Un paio di anni fa stavo interpretando il ruolo di un’ottantenne sopravvissuta ai campi di concentramento in The Young And The Restless. Mentre stavamo girando, sono stata presa nel cast di Nip/Tuck per la parte di una regista porno lesbica, e sono stata anche scelta per CSI per interpretare una suora eccentrica. Ho detto al mio agente “Il mio obiettivo è sempre stato quello di non restare incasellata in un unico personaggio e non poteva andarmi meglio”. Mi ritengo molto fortunata per non essere rimasta incollata a un solo tipo di ruolo. Come attrice caratterista, è quello che voglio fare: cose diverse. Anche da giovane, sono sempre stata una caratterista.
Per scelta?
Beh, quando ero alle superiori c’era la rappresentazione di fine anno. E, ovviamente, volevo essere io la protagonista romantica. Non solo perché era il ruolo più sexy, ma anche perché avevo una cotta terribile per il tipo che faceva il protagonista. Cosa mi è toccato fare? La nonna della famiglia!
Perciò, vedi, già allora ero una caratterista. Recitavo con i capelli incipriati e tutto il resto già alle superiori!
Quali erano le tue aspettative nel fare Drag me to Hell?
In realtà non sapevo cosa aspettarmi. Dato che ci sono tutti quegli effetti speciali, c’erano un sacco di interessanti cose tecniche con le quali fin dall’inizio ho dovuto familiarizzare: indossare lenti a contatto e sottopormi al "life-casting" è stato molto difficile, visto che sono un po’ claustrofobica.
Quella è la sensazione più spiacevole. Ti coprono con una sostanza tipo gesso per prendere l’impronta del tuo viso e della parte superiore del corpo e devi aspettare che si indurisca. Ti mettono un tubo attraverso il quale puoi respirare. Fortunatamente le persone che si sono occupate degli
effetti speciali sono straordinarie. Sapevano che la cosa mi rendeva nervosa, perciò c’erano circa cinque ragazzi a occuparsi di me tutti insieme. Uno descriveva tutto quello che stavano facendo – per distrarmi – mentre gli altri mi applicavano la sostanza appiccicosa, mi ci avvolgevano, e
aspettavano che si asciugasse. Da quello ottenevano una maschera, un calco della mia testa e del mio volto, che potevano usare per creare il makeup per me, per la mia controfigura, e un modello che hanno usato per alcuni degli effetti. Per me questa è stata la cosa più spaventosa che ho dovuto fare per questo film.
Come è stato girare?
Divertente, affascinante e molto faticoso. Prendi la scena della colluttazione che ho in auto con Alison l’abbiamo girata per almeno una settimana e poi l’abbiamo rifatta diverse volte in studio con il green screen. Siamo arrivate al punto che sia io che Alison dicevamo “Oh no, è tornata la Ford
Focus, dobbiamo salirci di nuovo”. Abbiamo lavorato 14 giorni in quella macchina!
Qual'è stata per te la sfida più grande sul set?
E’ stata un’interpretazione molto fisica, e per questo molto impegnativa. Ma, per la verità, non è stato molto difficile per me. In parte, credo, perché sono cresciuta in teatro dove, sai, lo fai sempre. Non te ne preoccupi, ti ci butti e basta. Ho solo preso le cose come venivano, una alla volta,
imparando a mano a mano che andavamo avanti. E mi è piaciuto moltissimo vedere Sam al lavoro sul set. Era molto concentrato, molto calmo e molto interessato a fare in modo che le persone si sentissero a loro agio in ogni momento. Ha un gruppo di persone con le quali lavora ormai da
tempo, e anche questo è stato di aiuto. Non c’era nessuna mela marcia nel cesto.
Questo film potrebbe darti la giusta notorietà?
Non ci ho mai pensato fino a quando una persona non mi ha detto “Aspetta fino a Halloween: ci saranno persone mascherate da te dappertutto!” Chissà, magari sarò la Freddy Krueger degli anziani… Vedremo. Ma mi piace l’idea che la cattiva di questo film sia una persona anziana. Mi
piace proprio.
Lavoreresti ancora per il grande schermo?
Mi piacerebbe molto. E me lo auguro, perché mi sono divertita un sacco. Spero solo che non si tratti sempre di vecchiette spaventose!
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