In Drag Me To Hell, Alison Lohman interpreta Christine Brown, una giovane donna il cui mondo idilliaco si trasforma in un inferno quando le viene lanciata contro una terribile maledizione.
Attrice fin dall’età di nove anni, la Lohman si è fatta notare per la prima volta a Hollywood nel 2002 nel film drammatico White Oleander – Oleandro bianco, al fianco di Michelle Pfeiffer, Renée Zellweger e Robin Wright Penn. Ha proseguito interpretando Il genio della truffa con Nicolas Cage; Big Fish, diretto da Tim Burton; Noi due sconosciuti, con Halle Berry e La leggenda di Beowulf, del regista Robert Zemeckis.
Drag Me to Hell è un punto di partenza per te: il tuo primo horror. Cosa ti ha affascinato di questo ruolo?
Sam Raimi. Mi ricordo la prima volta che ne ho parlato con lui al telefono. Penso che la conversazione sia durata tre ore, forse di più. Parlava di ogni dettaglio, come un bambino che racconta una storia accanto a un fuoco da campo, e mi sono resa conto che dovevo fare questo film con lui. Il fatto è che non sono un’appassionata di horror. Ci vuole molto per spaventarmi. Prima di parlare con Sam, non avrei mai pensato che potesse andar bene per me. Non pensavo che fosse nelle mie corde, come pure qualsiasi altro film horror. Fortunatamente ho capito cosa rende i migliori film horror dei buoni film e cosa rende Sam tanto speciale. Se hai personaggi e situazioni abbastanza interessanti da coinvolgere il pubblico a prescindere dalla parte horror, allora realizzi un grande film.
Cosa ti ha insegnato Sam Raimi sui film horror?
Per lui non è mai solo questione di horror. Qualche volta ci sono dei momenti che fanno paura, ma i protagonisti sono più importanti. In Drag Me To Hell, si è impegnato molto su Christine, sui suoi rapporti, e con delle scene molto reali nelle quali possiamo identificarci. Quando arriva il momento in cui lei deve affrontare il demonio, sei lì al suo fianco. L’horror, in un certo senso, è solo la ciliegina sulla torta. Entri con lui in un mondo diverso, che è talmente concreto e ricco di dettagli che ti senti a tuo agio. E ti fidi mentre affronti questa avventura.
Come ti sei preparata per il film?
Ho avuto degli incontri con Sam per farmi un’idea di quello che pensava del personaggio. Ho anche incontrato un funzionario addetto ai prestiti, che è quello che interpreto sullo schermo. Non sapevo niente di banche e sono un disastro con i numeri, perciò avevo bisogno di farmi un’idea di come fosse quel tipo di vita e la gente che vive così nella realtà. Sono anche uscita un po’ con Justin Long, che interpreta il mio fidanzato, giusto per conoscerci meglio, per dare spessore al nostro rapporto sullo schermo. E poi, ovviamente, ho guardato i classici dell’horror tutti i giorni, concentrandomi sui momenti clou. Qualsiasi film stessi guardando, facevo attenzione al ritmo e all’andamento per trovare l’ispirazione giusta per quello che avrei dovuto fare.
Avevi già visto film horror di Sam?
No, gli horror no. Perciò mi sono guardata tutta la serie de La casa e L’armata delle tenebre. Avevo già visto Soldi sporchi e The Gift, che mi erano piaciuti. Cioè, mi è sempre piaciuto il lavoro di Sam, specialmente i film di Spider-Man. In tutti traspare la sua personalità. Ha un senso dell’umorismo molto particolare e asciutto. E quell’umorismo che si vede nei film è anche quello del suo carattere.
Come è stato lavorare con Sam?
Meraviglioso. Abbiamo fatto moltissime prove, ripassando le scene, discutendone e scherzandoci su, cosa che è stata di grande aiuto. Sam è bravo in queste cose, è molto collaborativo e aperto nei confronti degli attori in modo che si sentano coinvolti. Ti fa venire voglia di dare di più. Questo mi piace di lui.
Come è stato girare le scene di azione e quelle piene di effetti speciali?
Per girare la scena della colluttazione in macchina ci sono volute circa due settimane. Era tutto molto ben coreografato, studiato nel dettaglio, il coordinamento dei nostri movimenti con quelli della macchina da presa. In particolare è necessario essere precisi e allo stesso tempo far sembrare
tutto caotico, frenetico e il più spontaneo possibile. A tal proposito c'è una scena con la signora Ganush molto significativa, mentre mi rosicchia il mento e mi sbava sulla faccia...
... Incantevole
In effetti, quando leggi la sceneggiatura, c’è tutto descritto dentro: “lei le succhia il collo”. E io pensavo ‘Oh, sì, d’accordo, sta solo rendendo più fiorita una scena da leggere’. No, lui intendeva proprio succhiare il collo. Non avevo idea che l’avrebbe fatto sul serio fino a quando non abbiamo girato (ride).
Che hai provato quando hai incontrato per la prima volta la tua rivale sullo schermo, Lorna Raver, tutta truccata?
L’avevo conosciuta prima, ed è molto dolce. Ma devo confessare che è stato difficile per me distinguere Lorna e la signora Ganush durante la lavorazione. Quando ci incontravamo per caso andando verso le roulotte o in giro, era difficile non avere paura di lei. E’ brava. E’ una brava attrice. Ha suscitato in me moltissime emozioni.
Qual'è stata la sfida più difficile per te?
Il sonno. Non ho mai dormito durante il film. Ci vuole tantissima energia per mantenere alto il livello di adrenalina girando scene in cui sei sempre spaventata e ti batti per restare viva. Così anche io ho cercato di sopravvivere al film, come il mio personaggio ha cercato di sopravvivere al
demone! Tornavo a casa e non sapevo come fare a uscirne. Ma, sai, impari qualche piccolo stratagemma: spesso basta una lunga passeggiata, a volte funziona la tequila!. E’ stato un film difficile, davvero. La sola cosa che mi ha permesso di non crollare è stato Sam. Non solo spingendomi e costringendomi ad andare avanti, ma anche perché mi ha ispirata. Anche se mi ha torturata per tutto il film, è un vero gentiluomo. Cioè, è davvero una contraddizione. Riesce a essere dolce e gentile e l’attimo dopo ti fa letteralmente volare sul soffitto!
Hai avuto una controfigura?
Credo ci siano un paio di parti in cui c’è uno stunt al posto mio, ma per la maggior parte ho fatto tutto da sola. Sono proprio io quella che vola attraverso la stanza. E sono stata io a volerlo. Così, per essere giusti, non è stata solo colpa di Sam.
Cosa ti ha sorpreso di più di questa esperienza?
Il fatto di essermi divertita. Pensavo che alla fine avrei detto ‘Oh, è stato un incubo. Non farò mai più una cosa del genere. Perché diavolo l’ho fatto?’ Ma adesso, ripensandoci, posso dire tranquillamente che mi sono divertita un sacco… mentre venivo torturata!
Credi nelle maledizioni? Sei superstiziosa?
No, non esattamente. Anche se qualche volta lo sono. Oggi, in effetti, sono entrata nella mia camera da letto e ho avuto la strana sensazione che ci fosse qualcuno lì che mi osservava. Normalmente non ho queste sensazioni. Forse ha a che fare con il fatto che ho girato questo film (ride).
E questo non significa essere superstiziosi (ride).
Cosa speri per Drag Me to Hell?
Ovviamente spero che vada bene. Ma i miei desideri sono già stati esauditi. Sono molto soddisfatta dell’interpretazione, e del film nel suo insieme, e di quello che ha fatto Sam. Spero solo che alla gente piaccia quanto è piaciuto a me.
Faresti un altro horror?
Non lo so. Credo che richieda troppa energia. Davvero. Ma mi piacerebbe molto lavorare in un altro film di Sam Raimi. Questo lo farei immediatamente.
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