Credere in un progetto. Scrivere soggetto e sceneggiatura, andare in giro a raccogliere i fondi necessari per filmare e quindi finalmente dirigere il proprio lungometraggio. Molti registi, anche ambiziosi, crollano da qualche parte lungo la strada che lega i punti suddetti, altri ancora riescono a completare il tutto solo per incappare in clamorosi insuccessi di critica e pubblico.
Stevan Mena appartiene al ristretto numero dei fortunati registi indipendenti che, una volta terminato il proprio film, vedono continui sold out nelle sale cinematografiche nelle quali si proietta la loro opera e, cosa ancor più importante, ricevono la telefonata da un importante distributore (in questo caso la Anchor Bay) interessato a curare la diffusione della pellicola.
Questo il destino di Malevolence, film scritto, prodotto e diretto da Stevan Mena che, partendo da una situazione iniziale simile a quella de Le Iene evolve quindi nei territori dello psycho thriller...
Julian e Marylin sono una giovane coppia che decide di risolvere i propri debiti con un colpo in banca, aiutati dal più esperto Kurt. Il colpo, manco a dirlo, andrà malissimo, Kurt si divide dagli altri due con l’intento di re-incontrarsi in una casa abbandonata. Kurt, in fuga, prende una madre e una figlia come ostaggi prima di arrivare al covo. La figlia scapperà per andare a nascondersi in un ex mattatoio che, guarda il caso, è il covo di un ferocissimo serial killer. Inutile dire che, con l’arrivo di Julian e Marylin le cose si complicheranno ulteriormente, tenendo conto del fatto che il killer sembra in possesso di doti soprannaturali e difficilmente bloccabile nella sua sete di sangue...
Come dite? Inutilmente complicato e pieno di cose già viste e sentite? Eppure il film ha riempito le sale nelle prime proiezioni e i critici specializzati sembrano entusiasti, non ci resta quindi che attendere la distribuzione a cura della Anchor Bay (da metà settembre negli USA) ed eventuale sbarco su suolo italico.
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