Per centinaia d'anni, fra le mura di Palazzo Steri a Palermo, echeggiarono le grida di donne considerate streghe e di intellettuali denunciati come eretici, interrogati e torturati dai feroci inquisitori di Torquemada. Un periodo oscuro, quello della potentissima Inquisizione palermitana che poteva contare su un vero e proprio esercito di 25.000 uomini, che finì solo nel 1782 grazie all'intervento del vicerè Caracciolo, il quale fece anche dare alle fiamme gli archivi. Numerose le leggende che si potrebbero trovare tra le mura dello Steri: quella più celebre riguarda però il recluso Fra Diego La Mattina, che uccise l'inquisitore Cisneros con la catena con cui era legato, avvenimento raccontato da Sciasia in Morte di un inquisitore.

A testimonianza del tetro passato della costruzione edificata nel XII secolo, i disegni e i graffiti lasciati dai malcapitati che vennero rinchiusi nelle celle (tra il Seicento e il Settecento), per niente certi di rivedere la luce del giorno.

Oggi, tutto questo, grazie a un restauro costato 8 milioni di euro, è diventato un museo. Il progetto è stato realizzato dall'Università di Palermo con la collaborazione della Soprintendenza e con la consulenza del direttore della sezione dei Beni culturali del Cnr. Le celle con gli ultimi messaggi degli "eretici" sono state eccezionalmente aperte in questi giorni.