...non possiamo non farci quattro risate.

Certo, le notizie andrebbero sempre riportate con una certa neutralità. E poi, lo sanno tutti, d'estate è facile che qualche "curiosità" in più compaia sulle pagine dei giornali, quindi bisognerebbe essere indulgenti (e dirsi: "chi è senza peccato..."). Insomma, ieri un gossip sull'attore famoso, domani una leggenda urbana, oggi questo:

(es+u+cs+t) al quadrato +s+(tl+f)/2+(a+dr+fs)/n+sinx-1.

Rabbrividite, gente, perché si tratta della formula del perfetto film del terrore!

Parola di un'equipe di studiosi del King's College di Londra diretta dalla matematica Anna Sigler. La "geniale" equazione nasce da una ricerca molto approfondita, durata addirittura due settimane. 14 giorni in cui la Sigler e i suoi colleghi si devono essere detti: "qualcuno ha voglia di lavorare?". Naaa. Quindi largo a patatine e birra, tutti chiusi in qualche laboratorio con l'aria condizionata a guardare vecchi film horror. Ma gli scienziati, si sa, devono sempre e comunque portare la luce del loro sapere in questo mondo di tenebre. Quindi non si sono limitati a godersi film e birra come avrebbe fatto chiunque, ma hanno prodotto l'illuminante equazione che, complice la carenza cronica di notizie tipica del periodo estivo, ha goduto di una risonanza sugli organi di stampa a dir poco sproporzionata.

Ma l'equazione è, almeno vagamente, una cosa seria?

Possiamo noi comuni mortali mettere in discussione la verità rivelata offertaci dall'algebra?

No, certo che no.

Anzi, visto che da sempre volete emulare Romero, Carpenter e Tobe Hooper, e per farlo avete persino comprato una videocamera, è il caso di passare immediatamente dalla teoria alla pratica per poter entrare, così, nell'olimpo dei migliori cineasti del terrore.

Quindi... mettetevi all'opera.

Approfittando che vostra zia è venuta a farvi visita, offritele di portare la sua barboncina a fare una passeggiata sotto casa. Concedetele un gran sorrisone rassicurante (alla zia, non alla barboncina), altrimenti potrebbe sospettare che abbiate qualche strana idea. Fatto? Bene. Prima di uscire, prendete la videocamera, una radiolina e il sacchettino per raccogliere le deiezioni.

Una volta sotto casa cercate il cane, quasi sicuramente un randagio, che scorrazza sempre da quelli parti. Chiamatelo con un fischio, accendete la radiolina, poi la videocamera e, in fine, liberate la barboncina.

Gli elementi fondamentali dell'equazione sono i primi quattro. Scene di inseguimento (cs), non importa se interpretate da una coppia di cani in calore; escalation musicale (es), e non importa se la radiolina gracidante vi sta offrendo una versione remix disco di "Romagna mia" (la matematica mica si discute!); scene con intrappolamento (t), e ancora non importa se il randagio e la barboncina di vostra zia siano rimasti incastrati dietro un cassonetto dell'immondizia durante l'accoppiamento; e, per finire, il quarto elemento: l'ignoto (u), giacché il cane non può sapere se la sua compagna si ribellerà, ringhiando, proprio sul più bello.

La protagonista del vostro film da paura...
La protagonista del vostro film da paura...

Aggiungete adesso lo shock (s) dovuto al fatto che, d'un tratto, una vecchina scrolla la tovaglia dall'ultimo piano, e (ta-ta!) sui cani piovono briciole e pure alcune scorze di melone. Prendete tl, la verità, (i cani ci stanno dando dentro davvero...) sommatela a f, la finzione, (suvvia... lui è un randagio pulcioso, lei la barboncina di vostra zia - e la situazione somiglia a una scena tagliata di Lilli e il vagabondo) e dividete per due. Aggiungete a, ovverosia un ristretto numero di personaggi (i 2 cani), fs, cioè un luogo isolato (il vicoletto dietro casa, quello che di notte la gente usa come WC) e... per ultimo... dr, il temutissimo buio (okay, saranno le dieci di sera e il lampione è avvolto da una nuvola di zanzare che smorza ulteriormente la luce). Ah, non dimenticatevi di evitare lo spargimento di sangue (sin x-1, dove 1 è gli "stereotipi"). Qui, ehm, non si sparge... sangue. E i vostri attori non sono bellocci di Hollywood, quindi niente stereotipi. Siete in una botte di ferro.

Fatto tutto?

Bene. Scacciate il cane prima che se la prenda anche con la vostra gamba, e trascinate verso casa la barboncina ignorando il fatto che adesso sia propensa a fuggire col randagio e, nonostante la taglia, tiri come una dannata. Alla zia dubbiosa per la barboncina spettinata opponete un sorriso ingenuo, quindi correte a guardate subito sul televisore... il vostro capolavoro da paura!

E sì, perché che ci crediate o no (se è "no" è solo perché non vi fidate della scienza-esatta e siete dei cavernicoli) non avete appena realizzato un porno per cani, bensì un film thriller-horror perfetto!

Più seriamente (?) viene da pensare che nel XIX secolo Cesare Lombroso misurava i crani degli alienati e dei criminali, traendone quelle che reputava verità scientifiche indiscutibili. Opponeva al male le sue "misurazioni" e le sue statistiche senza accorgersi che erano fondate solo ed esclusivamente su dati arbitrari e soggettivi.

Oggi abbiamo una equipe di matematici del King's College di Londra che, probabilmente buttando al vento i soldi che qualcuno ha dato loro, inventano strambe equazioni con cui credono di poter catturare e spiegare la paura (o quanto meno il cinema della paura, ma l'operazione è lo stesso demenziale), basando la loro "matematica", di nuovo, su dati del tutto arbitrari e soggettivi.

Le operazioni si somigliano sin troppo. Sono lo specchio, a volerla sparare grossa, di due epoche in cui si crede di poter tenere ogni cosa, compresi gl'incubi, sotto il controllo dello spirito positivo. E, almeno per questioni di par condicio, sarebbe molto interessante poter richiamare tra i vivi Cesare Lombroso e sapere cosa hanno da dirci i crani di Anna Sigler e dei suoi colleghi scienziati.

Giusto per "dovere di cronaca": il film horror perfetto, o almeno matematicamente corretto, sarebbe, secondo gli sfaccendati scienziati londinesi, Shining. A noi tutti, per una volta, la facoltà di fare della matematica null'altro che un'opinione.