Altro che Bully, pupe e secchioni. Ecco il videogioco che farà più discutere questo inverno: si chiama Rule of Rose, è giapponese, gira su Playstation 2 e si porta appresso un cielo fosco di polemiche, che gli hanno fatto già guadagnare la copertina del settimanale Panorama. Videogiochi diseducativi? E chi ha detto che a Rule of Rose devono giocarci i bambini? Ci si può consolare col fatto che, in passato, la stessa caccia alle streghe ha mietuto vittime illustri tra libri, film, fumetti. Oggi a questi non capita quasi più e tocca invece ai videogame.

Di sicuro il titolo firmato Punchline – pubblicato in Sol Levante da Sony, ma che in Europa arriverà con 505 Gamestreet, un editore indipendente - procurerà a molti grossi mal di testa. Un po’ Villaggio dei dannati, un po’ Signore delle mosche, la storia è quella di Jennifer, diciannovenne nell’Inghilterra degli anni ‘30 del Novecento e prigioniera degli orrori di un orfanotrofio semi abbandonato, dove è costretta a subire le sevizie più crudeli. La questione ancora più disturbante è che, a perpetrare le torture, è un gruppo di “innocenti” bambine, che reggono l’istituto col peggiore sadismo, esplicitato, in una delle scene più forti, dal rituale della sepoltura viva dell’ospite.

A parte il sangue sacrificato in favore della violenza psicologica e il tema estremamente delicato, che – dalle anticipazioni (se ne parla qui: www.gamasutra.com/features/20060607/sheffield_01.shtml) – sembrerebbe estendersi a una perversa sottolettura erotica, tabù al momento solo sfiorato dai videogiochi, Rule of Rose non dovrebbe allontanarsi troppo dalle logiche del genere survival horror, come Resident Evil e Silent Hill. L’esordio del gioco in Italia, intanto, è vicinissimo: il 24 novembre.