A dar retta alla tradizione cinematografica, i lupi mannari si uccidono con i proiettili d’argento, i vampiri infilando un paletto di frassino nel cuore e gli zombi sparando dritto alla testa. In Dead Rising, la giapponese Capcom di Resident Evil si diverte a girare attorno alle convenzioni. Su Xbox 360, a metà settembre e con questo titolo, arriverà infatti una bizzarra parodia zeppa di non morti in lacca kitsch. E per ammazzarli tutti, si potranno escogitare centinaia di modi diversi. Se l’ambientazione del gioco, il gigantesco centro commerciale di Willamette, una cittadina del Colorado, è un chiaro omaggio a George A. Romero e al suo secondo film della trilogia dei morti viventi (Dawn of the Dead, del 1978, conosciuto da noi semplicemente come Zombi), per l’azione Dead Rising sembra invece aver ereditato i cromosomi dal grottesco Splatters di Peter Jackson. Chi non vedesse l’ora di falciare fiumi ciondolanti di carne putrescente col tagliaerbe, può già assaggiare il videogame attraverso il dimostrativo disponibile nel market place del canale online di Microsoft per console Xbox Live.
Protagonista del titolo un nerboruto fotoreporter a caccia di scoop, Frank West, a cui i militari che sorvegliano la città messa in quarantena non la contano giusta. Avrà settantadue ore di tempo per raccogliere quante più prove possibile su quello che sta accadendo nel perimetro off limits di Willamette, cercando di smascherare i retroscena di un’invasione di zombi di proporzioni titaniche come per adesso le si erano viste solo al cinema. Le dimensioni per Dead Rising sono un fattore importante. Capcom ha lavorato a fondo sul motore grafico affinché il centro commerciale – dentro e fuori i cui ambienti si svolge l’avventura – pullulasse letteralmente di morti viventi. Ce ne sono praticamente più di quelli presenti in tutti gli altri videogame horror messi insieme. E per eliminarli il giocatore ha soltanto l’imbarazzo della scelta, dato che gli zombi sono tanti, ma stupidi, e i negozi di Willamette fonti inesauribili di utensili per il loro massacro.
Motoseghe, mazze da baseball e da golf, chitarre, spade, fucili, ombrelloni, palle da bowling, ma anche torte in faccia e coni stradali per mandare i non morti in confusione e aprirsi così una strada verso gli obbiettivi, tra un guardiano del capitolo e l’altro di una struttura vagabonda in larga parte comunque libera, ispirata lontanamente al best seller Grand Theft Auto. Gli incarichi contemplano, come prevedibile, anche il salvataggio dei pochi sopravvissuti all’ecatombe, in missioni a tempo spesso in contrapposizione con i mandati dell’indagine giornalistica, secondo un intreccio morale che determina, in ultima analisi, a quale finale andrà in contro il giocatore. Il cui alter ego West, tanto per restare in tema di citazioni dal grande schermo, ha un repertorio di mosse eccezionalmente lungo e degno del mitico ninja di Dio di Jackson. Sarà probabilmente proprio sulla ricchezza iconografica, e sulla capacità di Capcom di stimolare con vena trash e humor nero le sinapsi dell’appassionato di horror, che Dead Rising decreterà il successo della sua una baraonda revival di azione beat’em up in dosi massicce.
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