Indagando sull'omicidio di uno dei suoi informatori, il detective Matthews (Donnie Wahlberg) scopre dove si nasconde il famigerato serial killer detto l'Enigmista (Tobin Bell). La polizia irrompe nel nascondiglio dell'assassino per poi fare una scoperta terribile. L'Enigmista, attaccato a una flebo, ha segregato alcune persone in una casa piena di trappole mortali e ne spia i movimenti a distanza grazie a una serie di telecamere a circuito chiuso. L'assassino è disposto a rivelare a l'indirizzo della casa, a una condizione: Matthews dovrà giocare con lui.
SAW II: la soluzione dell'enigma è una piccola sorpresa. Quando si va a vedere un sequel si è sempre un po' prevenuti, la delusione aleggia sempre in sala ed è una mannaia che spesso non perdona. In questo caso, invece, siamo di fronte a uno di quei rari casi in cui l'episodio numero due è più che dignitoso, e contiene addirittura un paio di momenti cult che rendono il film una piccola chicca nel suo genere.
Va fatta una breve premessa. SAW II è in ogni caso inferiore al suo predecessore. Laddove il primo episodio, non privo di difetti, si caratterizzava per una sceneggiatura intelligente che esasperava i conflitti tra i personaggi, qui siamo all'esatto opposto.
Dimenticate perciò dialoghi interessanti o protagonisti ben caratterizzati.
I personaggi di SAW II sono appena abbozzati e monodimensionali, e una recitazione fuori misura non aiuta certamente il risultato finale. Wahlberg interpreta lo stereotipo del poliziotto violento e pieno di problemi familiari, perso tra scoppi d'ira e brutali pestaggi. Gli altri protagonisti non sono da meno, tanto isterici ed eccessivi quanto carenti di intelligenza. Come in un ogni reality show che si rispetti, gli invitati nella casa dell'Enigmista si comportano in modo più incoerente di topi da laboratorio. Lo spettatore più attento, infatti, non perdonerà certi comportamenti degni del Darwin Award: la morte del povero Obi (Tim Burd), che può essere salvato da una qualsiasi persona dotata di un minimo di sale in zucca, appare più che meritata in una simile congrega di cerebrolesi.
Non si capisce, inoltre, come mai i rapiti si ostinino a dare retta — almeno nella prima parte del film — a Xavier (Franky G), che appare da subito come il più pericoloso e ottuso tra i sette.
D'altro canto è proprio Tobin Bell il migliore: il suo Jigsaw è un simpatico cattivone come non se ne vedevano da tempo, imperturbabile e dotato di una dialettica implacabile. Purtroppo la sua interpretazione non basta a risollevare la prestazione complessiva del cast.
Era giusto segnalarvi le note dolenti del film. Tuttavia, come vi avevamo anticipato, il nostro giudizio su questo sequel è più che positivo. Questo perché, se la vera essenza di SAW II sta nel suo essere una piacevole macchina per intrattenimento, il risultato è stato pienamente raggiunto. Impossibile annoiarsi in questa pellicola. Mettendo da parte il cervello, si può uscire dal cinema con lo stesso piacevole brivido di un giro sulle montagne russe. Il film è assai più simile a un videogioco dove i personaggi devono evitare trappole mortali nel minor tempo possibile. E questo survival horror funziona quasi alla perfezione, grazie a un montaggio serrato (Kevin Greutert), a una fotografia cupa e glaciale (David A. Armstrong) e a una regia di mestiere. La nostra attenzione va proprio a Darren Lynn Busman, che a soli 26 (ventisei) anni è riuscito là dove molti colleghi di maggior esperienza avrebbero fallito: dirigere un sequel in grado di catturare l'attenzione del pubblico. Questo ragazzo conosce bene i tempi scenici e sa creare attimi di vera tensione.
Il suo film strizza l'occhio a un episodio di Adrénaline (1990), nel quale un uomo poteva acquistare una casa solo dopo essere riuscito a sopravvivere a una interminabile sequenza di trappole.
Anche i personaggi di SAW II saranno preda del dolore e del tormento: l'infame scena in cui Shawnee Smith cade in a vasca piena di siringhe è una delle più malate e raccapriccianti che si siano mai viste sul grande schermo; senza correre il rischio di spoiler, vi anticipiamo che vi troverete anche un certo macabro humour, considerando il fatto che il personaggio di Amanda ha una certa dimestichezza con gli aghi.
Il film si segnala anche per lo splatter: il pomodoro scorre con parsimonia ma è efficace. Basta pensare al bel foro di uscita di una ferita d'arma da fuoco, che si gioca il premio del 2006 con quello mostrato in History of violence di Cronenberg.
Ci sarà un colpo di scena spiazzante, ma chiaramente ispirato a un altro film (che evitiamo di nominarvi per non incorrere nel rischio di spoiler). Il finale è aperto, come è ormai consuetudine: ci sarà un terzo episodio, ma la cosa era già nota da tempo.
I pregi di SAW II sono pochi, ma bilanciano pienamente i difetti. Questo thriller/horror assicura azione frenetica, divertimento e discreta violenza (molti spettatori volgevano lo sguardo altrove durante le scene più crude). Non sarà certamente un film perfetto, ma è senz'altro una pellicola che gli appassionati non possono perdere.
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