Anche se per scelta editoriale non ci occupiamo quasi mai di attualità, siamo costretti a dare una notizia che lascerà l'amaro in bocca a tutti gli appassionati di horror. Dalle ultime anticipazioni trapelate sul maxi-emendamento alla Finanziaria, sembra che anche i film violenti (e quindi quasi tutti gli horror) saranno sottoposti a una tassa speciale.

Anche se notizie come questa fanno venir voglia di scendere in strada brandendo motoseghe e striscioni in pelle umana, è anche vero che non si sa praticamente nulla sulla natura di questo provvedimento.

Riportiamo letteralmente quanto comunicato dall'ANSA:

Oltre alla tassa sul materiale a luci rosse arriva anche un tributo speciale per i film violenti. Questo si sarebbe deciso - spiegano fonti della maggioranza alla Camera - dopo la riunione di stanotte per le ultime limature al maxiemendamento del governo.

Come si può leggere, la notizia è tutta da chiarire e, soprattutto, da confermare ufficialmente.

La prima osservazione da fare è piuttosto grottesca. I film violenti subirebbero un trattamento analogo al cinema porno, all'alcol e alle sigarette, diventando beni voluttuari. Anche se il cinema non fa male ai polmoni, non fa male al fegato e non fa diventare ciechi, non possiamo che apprezzare il lodevole interessamento del legislatore, il quale ha pensato nuovamente al nostro benessere con questa nuova tassa: l'horror potrebbe nuocere gravemente al portafogli.

Il secondo elemento rilevante è nella dicitura "film violento": talmente generica da includere praticamente qualsiasi film, visto che quasi non c'è pellicola che sfugga a questa definizione. Volendo esagerare (ma non troppo), anche nei cartoni animati della Warner Bros è possibile trovare una buona quantità di violenza. C'è da chiederci chi avrà l'autorità per decidere quale film sarà tassato e quale no.

E come terzo punto, è rilevante (e rassicurante) il fatto che questa nuova idea per la Finanziaria sia nata durante una riunione notturna. Tutto questo clamore potrebbe essere infondato: la notizia potrebbe essere smentita poiché le "fonti della maggioranza alla Camera" avevano rilasciato le dichiarazioni in stato di sonnambulismo.

Non sappiamo ancora, quindi, se questa fantomatica "gore tax" sarà applicata.

Considerando un cinema italiano agonizzante e fin troppo bisognoso di una ventata d'ossigeno, c'è da chiedersi se davvero bisognava proporre (anche solo per scherzo) un provvedimento fiscale che rischierebbe di trasformarsi in un invalicabile paletto creativo.

Secondo noi, no.