Un gruppo di ricercatori argentini guidati dalla paleontologa Zulma Gasparini avrebbe identificato i resti di un dinosauro finora sconosciuto, dopo ben nove anni di studi su una serie di fossili rinvenuti in Argentina nel 1996.

Lo ha annunciato il Journal of Science, aggiungendo che i ricercatori hanno appropriatamente soprannominato Godzilla l'impressionante creatura battezzata con il nome scientifico di Dakosaurus andiniensis.

L'animale, vissuto quasi 140 milioni di anni fa, è un autentico puzzle biologico. Apparentemente sembra di trovarsi di fronte a un anomalo coccodrillo, dotato però di una testa simile a quella del Tyrannosaurus rex. La creatura conduceva una vita prevalentemente acquatica, ed era dotata di zampe corte e tozze, più adatte al nuoto.

Il Dakosaurus non stupisce per le dimensioni (relativamente piccole: circa 3 metri e mezzo di lunghezza), quanto per il cranio enorme e le temibili fauci, che dovevano renderlo una spaventosa macchina di morte. Le potenti mascelle erano lunghe quasi mezzo metro e dotate di 13 denti seghettati e molto affilati.

Ricostruzione pittorica del mostruoso Dakosaurus andiniensis (Photo: Reuters)
Ricostruzione pittorica del mostruoso Dakosaurus andiniensis (Photo: Reuters)

Le sue abitudini predatorie dovevano essere molto differenti da quelle dell'odierno coccodrillo. Quest'ultimo immobilizza le vittime tra le mandibole e cerca di trascinarle sott'acqua per farle annegare. Il Dakosaurus, invece, strappava dal corpo della preda grossi blocchi di carne, in modo simile a un grosso squalo.

Mark Norell, curatore del reparto di paleontologia all'American Museum of Natural History, sostiene che questo coccodrillo preistorico occupava una nicchia ecologica simile a quella occupata oggi dalle orche: era un predatore forte, scaltro e imbattibile.

Il ricercatore Diego Pol, della Ohio State University, sostiene questo animale doveva essere in cima alla catena alimentare e probabilmente cacciava animali di grosse dimensioni. Forse il Dakosaurus catturava addirittura ittiosauri, i rettili anfibi che secondo alcuni studiosi popolerebbero ancor oggi le profonde e gelide acque del Loch Ness.

Se quest'ultima scoperta venisse confermata, farà la gioia di tutti gli appassionati di criptozoologia. Non solo sappiamo che Godzilla esisteva davvero. Adesso sappiamo persino che si pappava il nostro beneamato Nessie.