Ci sono storie che ti inquietano mentre le leggi… e poi ci sono quelle che ti restano addosso anche dopo, che ti girano in testa come un’eco. Upa di Cristiano Fighera, edito da Delos Digital per la collana Ghost Stories diretta da Alessandro Iascy fa esattamente questo. Parte con un’atmosfera tesa, striscia sotto pelle, e  poi, senza preavviso, ti manda al tappeto.

Non è l’horror dei jumpscare e del sangue gratuito. Ma è una memoria che scava e che fa male. Qui la paura arriva dai silenzi, dalle ombre, dal modo in cui la casa si trasforma, dal terrore che si insinua nei legami tra le persone. E quando il protagonista si trova a combattere non solo contro una creatura, ma anche contro i fantasmi della famiglia e dei ricordi, l’effetto è devastante. 

La scrittura è asciutta ma potente, piena di immagini che sembrano fatte apposta per scuotere il lettore. Non c’è bisogno di spiegare tutto, e meno male: parte della forza del romanzo breve di Fighera sta proprio nel mistero, in quel senso di “non detto” che ti lascia con una domanda in sospeso.