Il quinto numero della rivista Meyrinkiana conferma ancora una volta il suo ruolo di punto di riferimento per gli appassionati dell’universo esoterico e letterario di Gustav Meyrink. Attraverso un viaggio tra testi rari, approfondimenti critici e documenti d’epoca, questa edizione offre uno sguardo variegato e suggestivo su aspetti noti e meno noti della vita e dell’opera dello scrittore praghese.
Meyrinkiana 5 si apre con Il falco nero, un testo inedito di Meyrink in cui si parla, non senza ironia, del Diavolo come aspirante scrittore. Segue una illuminate analisi di Vittorio Fincati, I misteri della lettera I, che esplora il valore esoterico e mistico di questo elemento alfabetico, un tema che si riallaccia alle speculazioni cabalistiche tanto care all’autore de Il Golem. In particolare, l’articolo sottolinea come il terzo capitolo del romanzo si intitoli semplicemente I, in riferimento al termine ebraico Ibbur, che significa "impregnazione dell’anima", un concetto chiave nella tradizione mistica.
Un contributo particolarmente interessante è la raccolta di Quattro lettere ad Alexander Von Bernus, nelle quali emergono dettagli affascinanti sul pensiero e sulle relazioni intellettuali di Meyrink. Il contenuto di queste lettere verte sull’alchimia e ci parla anche di alchimisti che ricercano la pietra filosofale nello sterco, i cosiddetti "stercoranisti", figure emblematiche della tradizione ermetica.
Tra gli interventi presenti nella rivista troviamo anche L'arte di far dell'oro di Théodore Tifferau". Si parla inoltre della biografia Gustave Meyrink, alla ricerca del soprannaturale di Frans Smit, un testo del 1988 che oggi viene considerato superato ma che nondimeno ha avuto indubbiamente una sua importanza.
Non mancano poi curiosità e testi meno noti, come A cosa serve davvero la cacca bianca dei cani?, un titolo che incuriosisce per la sua bizzarria, ma che cela riflessioni più profonde sulla percezione del mondo invisibile. Questo racconto era già apparso in italiano con il titolo La cosa pallida sul numero 6 di Zothique, ma qui è stato ritradotto cercando di mantenere le espressioni originali, a partire dal titolo stesso.
Un ulteriore elemento di interesse è costituito dall’approfondimento su La genesi de Il Golem (1908-1913), che getta nuova luce sulle fasi creative di uno dei capolavori più celebri dell’autore. Inizialmente pubblicato a puntate tra il 1913 e il 1914 sulla rivista Die Weißen Blätter, Il Golem non ottenne subito grande popolarità. Fu solo con la pubblicazione in volume nel 1915, accompagnata da una mirata campagna pubblicitaria, che il romanzo raggiunse un vasto successo, vendendo centinaia di migliaia di copie. Originariamente, le illustrazioni dovevano essere realizzate dall'amico Alfred Kubin; tuttavia, a causa dei ritardi accumulati da Meyrink, Kubin decise di utilizzare i suoi disegni per il proprio romanzo, L'altra parte. Di conseguenza, Il Golem venne illustrato da Hugo Steiner-Prag, le cui tavole contribuirono a definire l'atmosfera onirica e misteriosa del libro.
Il fascicolo ospita anche un saggio di Carl Kellner sullo Yoga, tema che rientra perfettamente nel percorso esoterico di Meyrink, sempre alla ricerca di strumenti di elevazione spirituale. Meyrink praticò lo yoga con grande ostinazione a partire dal 1908, e l’articolo di Kellner offre una spiegazione chiara e dettagliata delle diverse forme di yoga, tra cui mantra yoga, hatha yoga, bhakti yoga, laya yoga e raja yoga. Mantra yoga si concentra sulla ripetizione di suoni sacri per raggiungere la meditazione profonda; hatha yoga enfatizza le posture fisiche e la respirazione per purificare il corpo e la mente; bhakti yoga è il percorso della devozione e dell'amore per il divino; laya yoga mira alla dissoluzione dell'ego attraverso pratiche meditative; e raja yoga, spesso definito come "yoga reale", integra gli aspetti fisici e mentali per il controllo della mente e l'illuminazione spirituale. Questo scritto ha avuto un notevole impatto, tanto da essere letto e ripreso anche da Aleister Crowley, influenzando il pensiero esoterico successivo.
Il numero si chiude con il racconto La storia dell'assassino Babinski, una versione modificata di un capitolo del romanzo Il Golem, intitolato "Donna", con alcune varianti che rendono il testo un’interessante riscrittura della vicenda originale.
Nel complesso, Meyrinkiana n. 5 si rivela un numero imperdibile per studiosi e appassionati, con un perfetto equilibrio tra documenti d’archivio, studi critici e testi inediti. Un’edizione che continua a illuminare il misterioso e affascinante universo di Gustav Meyrink.
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