Esecranda Vol. 9: Un viaggio nell’orrore tra visioni oniriche e incubi ancestrali
L’antologia Esecranda Vol. 9, nuova gemma dell’omonimo premio, conferma l’alta qualità della selezione dei racconti. Ogni autore, con la propria voce unica, esplora le sfumature più oscure dell’animo umano, offrendo storie che spaventano, affascinano e lasciano un segno profondo nel lettore. Questa raccolta, lungi dall’essere un lavoro improvvisato, si distingue per l’attenzione alla cura stilistica e la varietà delle tematiche affrontate. Qui di seguito alcune considerazioni sui racconti che mi hanno maggiormente colpito.
Roberto Risso si aggiudica il primo posto con "Il Pa’", una narrazione densa e viscerale. La storia si muove tra l’orrore rurale e il paganesimo ancestrale, in un racconto che è un vero pugno nello stomaco. Risso conduce il lettore in una terra che si ribella alla modernità, risvegliando antiche e mostruose credenze. La Cascina Scannatori è più di un luogo maledetto: è un simbolo dell’oscurità che non muore mai, insidiando le fondamenta della civiltà. Giuliano Cannoletta firma "Piripicchio dice", un racconto psicologico che scava nella crudeltà umana. La figura di Piripicchio, un’entità sadica e inarrestabile, orchestra una spirale di terrore familiare che culmina in un finale devastante. Cannoletta padroneggia la tensione, mantenendo il lettore sospeso tra inquietudine e orrore puro. Orfeo Patranel esplora i territori del sogno lucido e del viaggio interiore con "Nell’Erebo". Attraverso una scrittura evocativa e simbolica, Patranel costruisce un racconto labirintico, dove realtà e illusione si confondono, fino a rivelare un’umanità fragile e tormentata. Emanuele Arciprete celebra la poesia dell’oscurità in "La morte innamorata". Con un’atmosfera decadente e un linguaggio ricercato, il racconto accompagna il lettore in un duello metafisico tra arte e morte, evocando immagini di struggente bellezza. David Chance Fragale affronta anche lui il tema del sogno lucido in "Il girotondo disperato dei mostri", usando uno stile ricco e visionario in cui vengono omaggiati (con nomi storpiati) gli scrittori Luigi Musolino, Lucio Besana, Francesco Corigliano, Danilo Arona, le Edizioni Hypnos del grande Andrea Vaccaro e forse anche il sottoscritto. L’autore costruisce un incubo collettivo in cui realtà e follia si intrecciano in un crescendo psichedelico. Le sue descrizioni vivide e allucinate trasportano il lettore in un mondo distorto, dove le regole del reale vacillano, lasciando spazio a un’angoscia opprimente. Il finale enigmatico e suggestivo suggella una storia che resta impressa. Matteo Mancini propone un orrore contemporaneo con "Biotechnic Meat & Fish", riflettendo sul controllo mediatico e sull’alienazione dell’individuo. Il tema della carne sintetica diventa metafora di una società manipolata, incapace di distinguere tra verità e illusione. Un racconto tagliente, che guarda al cinema di Cronenberg e Carpenter ma trova una voce personale e incisiva. Carlo Salvoni costruisce un intreccio onirico e inquietante con "Penelopè far Lieta". Ambientato in un futuro distopico, il racconto descrive un mondo sconvolto dove la terra, anziché dare vita, genera ossa. In questo scenario post-apocalittico, viandanti attraversano paesaggi desolati fino a incontrare una scrofa gigante che alleva bambini feroci. Un racconto criptico e complesso, con immagini potentemente suggestive. Davide Emanuele confeziona un horror claustrofobico in "Perle", ambientato in un ospizio isolato su un’isola battuta dalla pioggia. La storia si sviluppa in un’atmosfera notturna opprimente, tra infermiere, anziani e un novantenne ex galeotto, arzillo e pericoloso, armato di mitragliatore. Durante un blackout, emerge un mostro dai sotterranei, portando la narrazione a un apice di puro terrore. Un bel racconto anche se inferiore ad altre prove di questo bravo autore. Flavio Deri sceglie un’impostazione mockumentary con "La città che non c’è più". Durante il lockdown, un protagonista solitario si inoltra lungo la via Francigena, nei pressi di Volterra, alla ricerca di antichi reperti etruschi. Tra riferimenti culturali e geografici (sembra quasi una sorta di cartografia dell'Inferno), la scoperta di una catacomba si trasforma in un incubo claustrofobico quando il personaggio vi rimane intrappolato. Marco Bertoli ci riporta nel 1799 con "Post Scriptum", una storia di voodoo e vendetta narrata con un lessico aulico e ricercato. Un cadavere torna dall’aldilà per vendicarsi dell’amante traditore, regalando un colpo di scena finale che lascia il lettore senza fiato. Paolo Bertoglio realizza un racconto gotico e drammatico con "Mimi dei corvi". Ambientato in montagna, segue una ragazza che, grazie all’aiuto dei corvi e delle vacche, scopre la verità sulla scomparsa del padre e ottiene giustizia. Un testo che rimanda alle atmosfere di Poe e Machen, in cui la natura diventa strumento di vendetta e redenzione. Andy dei Fiori propone "Le notti di Casa Bosazza", un racconto folk horror che segue un detective dell’occulto scozzese ingaggiato da un italiano. La storia si svolge in un paese abbandonato, dove in passato una ragazza accusata di stregoneria fu murata viva. La maledizione di quella strega perseguita chiunque osi avvicinarsi al villaggio, e il detective farà una brutta fine. Massimo Costante firma la ghost story "Guardami negli occhi", ambientata in un cimitero. Un fantasma vaga rimpiangendo il suo amore perduto, finché non rivede il volto dell’amata di un tempo, in un finale malinconico e suggestivo. Carmine Cantile intreccia il tema del voodoo con bambole maledette, offrendo una narrazione inquietante e ricca di atmosfere oscure. Denis Zampelli, con "La vecchia fornace", regala un incubo alla Nightmare on Elm Street. Protagonista è uno spazzacamino assassinato che perseguita i ragazzini che si avventurano in quella che fu la sua dimora. "La Comunione di Valentino Dorè" di Emanuele Di Filippo presenta il macabro sogno di uno chef stellato che, in punto di morte, realizza la fantasia perversa di cucinare parti del proprio corpo (una vicenda che riecheggia la vicenda del cannibale tedesco Armin Meiwes). Fabio Losacco racconta invece una sfida tra due individui che si combattono a suon di malefici e cartomanzia in "Occhio per occhio e malocchio". Francesca Caizzi, con "Marchiato dal destino", lega il destino di chi possiede un tarocco della morte a una fine inesorabile. La carta sembra determinare il modo in cui la morte si manifesta, in una trama simbolica e inquietante. Come di consueto notevoli e visionarie le illustrazioni di Lellinux, autore anche della cover.
L'edizione Ebook verrà integrata di ben sedici opere, di cui, la redazione, ne suggerisce la lettura:
"Piccoli Martiri" di Simone Pancotti
"Il viottolo fantasma" di Roberto Masini
"Fame" di Andrea Scaricamazza
"Il vampiro del Risorgimento" di Sergio Di Girolamo
"Hel" di Simona Volpe
"Separazione" di Alberto Ballestra
"Oscurantincon, le larve dell'inferno" di Cesare Buttaboni
"Non può esistere" di Daniela Di Benedetto
"Incubo a due ruote" di Fabio Monteduro
"La vendetta del gattaro" di Fernando Camilleri
"ZTL" di Andrea Girolamo Gallo
"Il sogno della mia vita" di Ilario Giannini
"In corridoio" di Maria Elena Lippi
"Il signore e la signora Rossi" di Mike Papa
"Parla con me" di Monia Guredda
"Lady Drake" di Robert Lone
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