Weird Tales Boys, curato da Stephen Jones, è un’opera che esplora la vita e l’eredità di tre figure fondamentali della narrativa fantastica e horror: H.P. Lovecraft, Robert E. Howard e Clark Ashton Smith. Il libro, pubblicato ora in Italia da Agenzia Alcatraz, è arricchito dall’introduzione di Ramsey Campbell, una delle figure più eminenti nell’horror contemporaneo. Campbell offre una riflessione critica sulla rivista e sui suoi autori, evidenziando l’importanza di Weird Tales e la continua influenza di Lovecraft, Howard e Smith. Stephen Jones è un pluripremiato scrittore, editor e autore di antologie di genere, noto per il suo lavoro nel campo dell’horror e della narrativa fantastica. Con una carriera che spazia dalla scrittura di racconti alla curatela di numerosi libri e raccolte di storie, Jones è considerato uno dei principali esperti di horror classico e weird. La sua passione per i grandi autori del genere, in particolare per Lovecraft, Howard e Smith, emerge chiaramente in questo volume, che si inserisce perfettamente nel suo percorso di valorizzazione e studio delle figure fondanti della narrativa horror. Jones ha saputo intrecciare la vita e le opere dei tre autori con la storia di Weird Tales, creando un testo che non solo esplora la loro eredità, ma celebra anche il ruolo cruciale della rivista nella diffusione della narrativa fantastica.

L’intreccio di vite e opere

Stephen Jones esplora in dettaglio il legame tra i tre autori, tutti uniti da un’amicizia che ha dato vita a una collaborazione che ha plasmato il panorama della narrativa fantastica. Ogni autore ha portato qualcosa di unico al tavolo: Lovecraft, con il suo senso cosmico dell'orrore e la creazione del Mito di Cthulhu; Howard, con la creazione di personaggi come Conan il Cimmero, simbolo di una forza primitiva e eroica; Smith, con il suo stile poetico, oscuro e visionario. L’opera di Jones svela come queste vite si siano intrecciate, non solo tra loro, ma anche con altri autori e editori dell'epoca, dando forma a un universo letterario che ha avuto un impatto duraturo sulla cultura fantastica.

Il Mito di Cthulhu e l’impatto della morte di HPL e REH

Uno degli aspetti più interessanti di Weird Tales Boys è l’approfondita trattazione del mito di Cthulhu e della sua creazione. In particolare, viene esplorato il coinvolgimento di August Derleth, che ebbe un ruolo cruciale nel preservare e continuare l’eredità di Lovecraft dopo la sua morte prematura. Jones descrive in modo dettagliato come la figura di Derleth, nonostante le critiche che ha ricevuto nel corso degli anni, sia stata determinante nel mantenere vivo il legame con Weird Tales e nell'organizzare la pubblicazione postuma di Lovecraft, attraverso la fondazione di Arkham House. Il primo leggendario volume di Lovecraft pubblicato dalla Arkham House The Outsider and Others ci mise quattro anni prima di esaurire la tiratura di 1268 copie. All'epoca la fama di Lovecraft non era ancora quella attuale. Il titolo fu scelto in quanto The Outsider (L'estraneo) era uno dei suoi racconti più amati. A mio avviso si tratta di un buon racconto ma impallidisce se paragonato a Poe. Sono altri i veri capolavori di Lovecraft. Anche l’impatto della morte di Robert E. Howard e di H.P. Lovecraft è trattato con sensibilità. La prematura scomparsa di Howard, seguita a breve da quella di Lovecraft, segnò un momento cruciale per la narrativa fantastica. Le loro opere sarebbero state conservate e diffuse da altri autori, editori e ricercatori, mantenendo viva la fiamma della loro ispirazione. Tuttavia, Jones trascura ampiamente il ruolo di Robert Barlow, esecutore letterario di Lovecraft, la cui importanza nella gestione delle opere postume dell’autore è stata fondamentale, ma che riceve solo un accenno superficiale nel libro.

L’eredità di Smith e la fine della sua narrativa

Purtroppo, dopo la morte di Howard e Lovecraft, Clark Ashton Smith avrebbe rapidamente smesso di scrivere narrativa per problemi personali, dedicandosi maggiormente alla scultura e alla poesia. La domanda che sorge, e alla quale Jones non risponde completamente, è: cosa avrebbe potuto creare Smith se non avesse abbandonato la scrittura? Il suo talento visionario avrebbe potuto continuare a produrre opere straordinarie, ma le circostanze e le sue scelte lo portarono a concentrarsi su altre forme di espressione. Un altro punto centrale del libro è l’esame delle pubblicazioni postume delle opere dei tre autori. Jones traccia l’evoluzione delle raccolte di libri, in particolare le numerose edizioni in brossura per il mercato di massa a partire dagli anni Cinquanta, che hanno permesso a questi scrittori di rimanere vivi nell’immaginario collettivo. Jones esplora anche l’operato di editori e ricercatori come S.T. Joshi, che ha fatto molto per preservare e analizzare l’opera di Lovecraft e degli altri autori. Inoltre, l’opera esplora anche l’influenza di questi autori su altri scrittori che hanno preso ispirazione da loro, tra cui Ramsey Campbell, Colin Wilson, Brian Lumley, Basil Copper, Lin Carter e molti altri. La parte finale del libro si concentra sugli adattamenti delle loro opere nei giochi, nei film, nei fumetti e in altre forme di media, delineando come la loro influenza sia sopravvissuta oltre la pagina scritta e abbia preso piede in un’ampia varietà di forme artistiche. Uno degli aspetti positivi del libro è il modo in cui Jones si attiene ai fatti, evitando le speculazioni psicologiche che invece hanno caratterizzato altri biografi dei suoi soggetti. Questo approccio permette di apprezzare la storia dei tre autori senza il rischio di sovrapporre interpretazioni psicoanalitiche, spesso riduttive. Tuttavia, alcune sezioni avrebbero potuto beneficiare di un’analisi più approfondita, come nel caso del processo creativo di Howard. Jones ripete senza commenti il racconto che Howard stesso dava del suo processo creativo, ma è ormai noto che lo scrittore texano lasciò numerose bozze e scritti incompiuti, il che suggerisce che il suo lavoro fosse spesso meno spontaneo e più strutturato di quanto volesse far credere. Nonostante alcuni difetti (chi sa tutto di Lovecraft e ha letto la biografia di S.T. Joshi qui non troverà niente di nuovo), il libro resta una lettura consigliata per chiunque voglia scoprire o riscoprire le radici della narrativa fantastica moderna. I “Weird Tales Boys” continuano a proiettare le loro ombre sul genere, e Weird Tales Boys è una testimonianza di quanto la loro influenza sia ancora forte e presente. Viene citato nella postfazione del bravo e competente Andrea Vaccaro I ratti nel muro, apparso nell’antologia Un secolo di terrore della Sugar Co., come la prima traduzione in Italia di un racconto di Lovecraft a cura del compianto Bruno Tasso. In realtà la prima traduzione italiana di H.P. Lovecraft è L'Estraneo, pubblicato in prima assoluta su Pandora, A. II, n. 1, Roma, gennaio 1954. Pandora non era una rivista fantasy o weird, ma un mensile di racconti mainstream, edito dal critico d'arte Alessandro Ronzon. Successivamente la stessa traduzione di L’estraneo venne ristampata in Romanzi e racconti della Sadea-Sansoni di Firenze.