"Troppo sottile, forse, per una precisa classificazione fra i racconti dell'orrore, ma forse più veramente artistica in senso assoluto, è la delicata fantasia di Jimbo. Blackwood raggiunge in questo romanzo un accostamento aderente e palpitante alla più profonda sostanza del sogno e spazza via le barriere convenzionali fra realtà e immaginazione".
Il giudizio di Lovecraft è corretto: il Solitario di Providence adorava Blackwood al suo meglio come avviene proprio in Jimbo non lesinando critiche quando il suo stile diventava troppo pesante. Il romanzo (pubblicato nel 1909) viene ora proposto dalle edizioni Arcoiris nella collana La Biblioteca di Lovecraft (curata da Jacopo Corazza e Gianluca Venditti) nella traduzione di Lucio Besana. Jimbo si erge come un monumento letterario nell'esplorazione delle intricanti sfaccettature della psiche infantile, intrecciando con abilità il soprannaturale con le ansie più profonde dei giovani cuori.
Algernon Blackwood raggiunge qui l'apice (assieme a un capolavoro come il racconto I salici del 1907) della sua maestria nella creazione di atmosfere cupe e suggestive (pur trattandosi di un romanzo per ragazzi) a differenza dei suoi romanzi esoterici francamente troppo pesanti come L'accordo umano. La prosa evocativa di Blackwood avvolge il lettore in un vortice di suspense, svelando lentamente i segreti nascosti dietro ogni ombra. Il confine tra la realtà e il fantastico si sgretola, portando il lettore in un mondo in cui il normale si fonde con l'insolito.
Il romanzo ci guida attraverso il mondo di Jimbo, un bambino dotato di un'immaginazione vivida che diventa la chiave per aprire le porte di un reame inquietante e misterioso. Jimbo è un ritratto commovente dell'infanzia, con le sue paure, curiosità e la lotta per comprendere il mondo che lo circonda. Blackwood ci immerge nelle ansie interiori del protagonista, facendoci simpatizzare profondamente con le sue esperienze e avventure. La storia diventa un'indagine profonda sull'inevitabile confronto con la propria oscurità interiore e sulla conquista della paura attraverso la comprensione.
I suoi genitori sono all'antica, il padre è infatti un militare e ritiene che Jimbo si perda troppo in fantasticherie. Per correggerlo assume la governante Miss Ethel Lake. Sfortunatamente quest'ultima accende la fantasia del bambino in relazione a un'enigmatica Casa Vuota, uno dei classici topos della narrativa dell'orrore. La conseguenza porterà Jimbo ad entrare in coma a causa di un incidente. Miss Lake rappresenta in ogni caso un'importante figura di guida e sostegno per Jimbo nel corso della storia. La sua presenza nella vita del bambino contribuisce a delineare aspetti cruciali della sua crescita e delle sfide che affronta nel mondo oscuro e misterioso creato da Algernon Blackwood. Da qui in avanti Jimbo si troverà a vivere nell'aldilà all'interno della Casa Vuota, fra presenza spettrali, bambini inquietanti e soprattutto una figura oscura che Blackwood non descrive mai pienamente.
Il ritmo narrativo è ben calibrato, con Blackwood che dosa abilmente i momenti di tensione con quelli di riflessione. Il finale, ricco di suggestioni, offre una conclusione che lascia il lettore con domande intriganti, invitandolo a esplorare i recessi più profondi della mente umana.
In conclusione, Jimbo di Algernon Blackwood è una pietra miliare nella produzione di Blackwood ed è una profonda riflessione sull'infanzia e sulla natura umana.
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