Il 7 aprile debutterà in libreria La giostra del maleficio di Jean Ray, una raccolta di racconti originariamente pubblicata pochi mesi prima della morte dell’autore, nel 1964, e che ne mostra tutta la maturità.
Ci troviamo qui di fronte a racconti minori dell'autore, ma certo non mancano spunti notevoli che fanno emergere il talento tipico dello scrittore di razza.
In La giostra del maleficio troviamo atmosfere che uniscono fantastico, insolito e bizzarro con immagini forti. Non manca nemmeno un tocco di umore nero, tanto che si sarebbe tentati di definire le storie di questa antologia – citando Poe – i racconti del grottesco e dell’arabesco di Jean Ray.
Onore quindi ad Agenzia Alcatraz che continua a proporre, nella collana Bizarre, le opere dello scrittore di Gand. Questo volume è stato preceduto da Malpertuis e da La casa dell’indicibile paura.
Agenzia Alcatraz ha in catalogo inoltre altri titoli appartenenti alla scuola belga del fantastico, come quelli di Thomas Owen e Gérard Prévot.
Tutti titoli apparsi nella mitica collana Marabout, presentati con le copertine originali di Henri Lievens.
A tal proposito, ricordiamo che Marabout pubblicò nel 1961 la leggendaria antologia Les vingt-cinq meilleures histoires noirs et fantastiques in cui è contenuto il meglio di Jean Ray; l'auspicio è quindi che l’editore renda in futuro disponibile anche questo volume.
Si è spesso parlato dello scrittore fiammingo come il Lovecraft europeo ma, anche se ci sono possibili collegamenti, Danilo Arona in un vecchio articolo apparso su Carmilla afferma che probabilmente il belga si sarebbe trovato più a suo agio in compagnia di un Montague Rhodes James.
Inoltre Ray, a differenza del Solitario di Providence, si è molto interessato all’uomo e alle meschinità della sua natura.
Lo sottolinea anche Max Baroni nell’introduzione di questo libro:
il mondo borghese è messo più volte alla berlina, protagonista e al tempo stesso sfondo di diverse delle vicende – anche le più surreali – che qui vengono narrate. Per fare questo, un elemento su cui Ray insiste in maniera particolare è sicuramente il cibo, bene essenziale che qui si distorce in simbolo di ostentazione, accidia, e in certi casi è persino causa della rovina dei protagonisti stessi.
In effetti il cibo ricorre in molti di questi racconti come Teste di luna e il folk-horror Croquemitaine.
Quest’ultimo è una delle storie migliori di questa antologia, un racconto impregnato delle oscure leggende europee. Il protagonista, Albin Tuyle, si reca a Parigi per assistere alla conferenza del professore Aristide Sainthomme su di una misteriosa creatura nota con il nome di Croquemitaine. La trama inizia presto a sprofondare nel surreale e nel bizzarro, con tanto di finale sorprendentemente crudele.
La testa del signor Ramberger è una storia potente e macabra in cui troviamo una testa che, dopo un'esecuzione con la ghigliottina, inizia ad avere una sua esistenza autonoma e a terrorizzare la popolazione.
In Matematica superiore e Il tesseratto si parla invece di quarta dimensione. Qui il paragone con Lovecraft e il suo Oltre il muro del sonno (Beyond The Wall Of Sleep) è obbligato.
Notevole anche La gente illustre di Tudor Street dove ricorre ancora il tema del cibo con cui il povero venditore porta a porta di libri Catermole viene irretito dalla servitù della signora Patricia Bodley, una collezionista di statue di cera di sosia di uomini celebri.
E ancora La suite del ragno, costituita da 6 racconti brevissimi basati sulla figura del ragno. In questo caso, la suggestione dell’aracnide potrebbe invece far ricordare Il ragno di Hanns Heinz Ewers.
In generale le storie qui presenti sono molto brevi e rappresentato a sprazzi il talento di Jean Ray, tuttavia il libro merita indubbiamente di essere letto e piacerà ai suoi estimatori.
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