- Frankenstein o il moderno Prometeo di Mary Shelley
- Il vecchio barone inglese di Clara Reeve
- L’incubo di Hill House di Shirley Jackson
- Storie di spettri di Mary Wilkins Freeman
- Rebecca di Daphne Du Maurier
- Il collezionista di bambole di Joyce Carol Oates
- Il profumo dell'incubo di Lisa Tuttle
Se scorriamo un qualsiasi elenco degli autori horror più popolari è immediato notare come la maggior parte di questi siano uomini: Stephen King, Peter Straub, Ramsey Campbell, Clive Barker… tutti maestri del genere, non c'è dubbio.
Eppure non mancano capolavori del macabro scritti da donne, perché – come dichiarato da Barbara Baraldi nel corso di un'intervista – se la donna è da sempre considerata capace di una maggiore emotività, ne deriva che nessuno meglio di una donna è in grado di dominare l’irrazionale che è proprio dell’orrore.
Ecco quindi la lista di sette capolavori scritti da altrettante autrici, una lista che non vuole essere esauriente o insindacabile e che anzi vi invitiamo ad arricchire con altre proposte.
Frankenstein o il moderno Prometeo di Mary Shelley
Partiamo con il libro più ovvio, nonché il più venerando, perché non dimentichiate che uno dei primi e più straordinari romanzi horror è stato scritto oltre duecento anni fa da un’adolescente.
Un romanzo che mette in scena l’orrore insito nell’animo umano, in un delirio di onnipotenza che poco ha a che vedere con il progresso e la conoscenza.
Il vecchio barone inglese di Clara Reeve
Prima dell’horror viene il gotico. E prima di Anne Radcliffe e del suo I misteri di Udopho viene Clara Reeve, che scrive questo romanzo ambientato nell’Inghilterra di Enrico VI.
Certo, con il passare degli anni il romanzo ha perso un po’ della sua potenza narrativa, ma rimane uno splendido esempio di gotico in cui razionale e irrazionale convivono.
L’incubo di Hill House di Shirley Jackson
Shirley Jackson è una delle più grandi autrici horror del ventesimo secolo e L’incubo di Hill House è senza dubbio il suo romanzo più noto, notorietà di recente rinnovata grazie all’adattamento Netflix.
La grandiosità della narrazione di questa autrice sta nella capacità di trasportare atmosfere cariche di tensione e incertezza all’interno del confortevole quotidiano.
Storie di spettri di Mary Wilkins Freeman
Il volume raccoglie le ghost stories dell'autrice statunitense scritte in un lungo arco temporale che va dal 1883 al 1918.
Tutto è femminile in questi racconti, i personaggi e le loro attività, i luoghi persino. E ancora una volta troviamo il soprannaturale si insinua nel reale, dando vita non all’assurdo, ma al verosimile.
Rebecca di Daphne Du Maurier
Sì, il celebre film Alfred Hitchcock del 1941 così come la più recente serie Netflix si basano sul romanzo di Daphne Du Maurier.
Come abbiamo sempre detto, per buona pace dei puristi, l’horror è un genere spurio, aperto a mille sfumature. E in questo caso l’orrore si mescola al giallo, dando vita a un romanzo che fa del dubbio e dell’incertezza i suoi punti di forza.
Il collezionista di bambole di Joyce Carol Oates
Joyce Carol Oates è una delle voci più autorevoli e rilevanti della letteratura, capace – con ogni singola opera – di dare un contributo innovativo al racconto.
E le storie contenute in questo volume dipingono un reale che è di difficile interpretazione, che sfugge alla nostra comprensione ma che, allo stesso tempo, ci identifica.
Joyce Carol Oates sa sempre sorprendere e sedurre anche i lettori più smaliziati.
Il profumo dell'incubo di Lisa Tuttle
Chiudiamo con un’altra antologia a firma di una delle più importanti scrittrici weird moderne. Lisa Tuttle è un’altra di quelle autrici che riesce sempre a raccontare qualcosa di noi, qualcosa che abbiamo sentito e provato nella nostra vita.
Un’autrice che usa l'horror per metterci a disagio, ponendoci di fronte alla consapevolezza che la nostra esistenza è solitudine e malinconia.
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