Il nuovo numero della rivista Zothique, dedicato allo scrittore horror di culto Thomas Ligotti, ha tutte le caratteristiche per diventare un oggetto da collezione da custodire gelosamente.
Ligotti, da qualche critico considerato l’erede di Poe e Lovecraft, non è sicuramente un autore facile e, ultimamente, è stato oggetto di accese critiche riguardo il suo nichilismo estremo.
E sicuramente il suo horror nichilista non è adatto a tutti i palati, ma certo siamo in presenza di una voce originale che meritava sicuramente di essere approfondita.
Come scrive il curatore Massimiliano Ruzzante nella prefazione questa
è a tutti gli effetti la prima opera saggistica in Italia dedicata al Cantore delle Ombre.
Il volume è quindi imperdibile per i fan dello scrittore di Detroit.
Troviamo molto suo materiale, fra cui le poesie provenienti dalla leggendaria antologia Death Poems (pubblicata per la prima volta dalla Durtro di David Tibet in sole 333 copie) e qui tradotte da Pietro Guarriello.
Si tratta di poesie in cui traspare l’essenza del suo nichilismo anche se non manca, in alcuni casi, una certa ironia macabra come in Genetliaco.
L’impressione è quella di leggere una Spoon River scritta da un Edgar Lee Masters in acido.
Troviamo poi alcuni pezzi concessi dallo stesso autore in anteprima italiana come il saggio Il conforto dell’orrore in cui racconta come il genere horror venga da lui considerato come una sorta di terapia, un aiuto, seppur temporaneo, per rendere più sopportabile l’esistenza.
Nello scritto racconta la forte influenza che Lovecraft ha avuto sulla sua opera: nel lavoro di Lovecraft il fato non si limita a colpire personaggi eccentrici in situazioni eccentriche (l’esempio era quello di M.R. James ndr). Inizia lì, ma alla fine si espande e viola la zona di sicurezza del lettore.
Interessanti poi le considerazioni in merito al racconto capolavoro di Edgar Allan Poe, La caduta della casa Usher. Secondo Ligotti non sono i personaggi i veri protagonisti della vicenda ma il lettore:
noi lettori siamo la casa Usher, siamo la muffa che si ammassa sulle sue pareti e la violenta tempesta sopra la sua antica torre; affondiamo con gli Usher e ce la caviamo con il narratore.
Per la narrativa troviamo Storie di fantasmi per i morti e La città impura, quest'ultimo pensato come collaborazione con il già citato gruppo musicale Current 93 di David Tibet.
Un altro piatto forte di questo speciale è rappresentato dall’approfondita intervista di Massimilano Ruzzante a Jon Padgett, scrittore weird americano di cui, di recente, Edizioni Hypnos ha pubblicato la raccolta di racconti Il segreto del ventriloquio.
Padgett è stato il fondatore, nel 1997, della pagina web Thomas Ligotti Online, oltre a essere uno dei promotori della rivista Vastarien consacrata sempre allo studio della sua opera, e nel corso degli anni si è prodigato al massimo per diffondere il verbo “ligottiano” quasi fosse una missione religiosa.
E pare che sia riuscito ad accogliere molti adepti nella sua ricerca.
Nel volume troviamo inoltre un intervento di S.T. Joshi che, nel suo articolo L’uomo del mistero della narrativa weird, definisce Ligotti:
il prototipo dello scrittore weird.
E ancora due importanti nomi della narrativa horror italiana, Nicola Lombardi e Lucio Besana, mettono in evidenza l'importanza di questo autore.
Lombardi, in Il mio Ligotti, racconta di essere rimasto folgorato dalla lettura del primo racconto di Ligotti e della consapevolezza di trovarsi di fronte a una voce incredibilmente originale.
Besana, da sceneggiatore, indaga invece quelli che potrebbero essere i possibili adattamenti cinematografici della sua produzione.
Buono anche l’intervento di Francesco Corigliano che, nell'articolo Ligotti tra storia letteraria e tradizione pessimista, traccia possibili parallelismi con il Leopardi e con la filosofia di Schopenhauer.
Molto interessante poi il concetto qui sviscerato per cui l’uomo, nella concezione ligottiana, sarebbe
l’emblema incarnato di una volontà malvagia dispersa da qualche parte nell’universo.
Tesi dal sapore quasi gnostico.
Jacopo De Ponti in Alterità e impermanenza nell’opera di Thomas Ligotti sottolinea l’importanza del simbolismo della maschera all’interno del suo corpus letterario.
Christian Lamberti si concentra sui parallelismi fra Lovecraft e Ligotti. Esiste senza dubbio un collegamento tra i due autori, con le dovute differenze.
Lo scrittore di Detroit si allontana dal cosmicismo lovecraftiano per giungere a una visione misantropica della vita dove, come scrive S.T. Joshi
punta a spremere il soprannaturale dalla realtà.
La rivista è inoltre corredata da numerose illustrazioni (alcune molto belle di Michele Guidi) mentre la copertina è firmata da Gino Carosini.
In definitiva siamo di fronte a un volume monografico che fin d’ora risulta indispensabile per comprendere il genio di questo autore.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID