Edizioni Hypnos continuano in maniera scrupolosa e ambiziosa a presentare al pubblico italiano Robert Aickman pubblicando Storie d’amore e di morte, quinto dei sei volumi previsi sull'autore.
Aickman è indubbiamente uno dei grandi scrittori di weird tales del secolo scorso. E con la sua operazione Edizioni Hypnos pubblica, per la prima volta in Italia, l’opera omnia di questo scrittore, artefice tra le altre cose dell’evoluzione della classica ghost story inglese.
L'autore si muove infatti nel solco del grande Walter de la Mare, maestro del fantastico psicologico. Come fa acutamente notare David Tibet (leader del gruppo musicale dei Current 93) nell’introduzione al primo volume dedicato allo scrittore, quelle di Aickman non sono propriamente tradizionali storie di fantasmi.
Tibet scrive:
sembrava che Aickman avesse sbirciato in qualche abisso Nietzschiano, e che fosse stato abbastanza colto e coraggioso da riuscire a descrivere come questo avesse cambiato la sua vita.
Non è in effetti sempre facile riuscire a capire dove voglia esattamente andare a parare lo scrittore inglese. I suoi strange tales aprono le porte all’irruzione del bizzarro e dischiudono abissi di alienazione e dolore. E, una volta entrati nel suo mondo, si viene immersi in un universo oscuro dominato da una dimensione incubica e soprannaturale.
Nello specifico, questo nuovo volume rappresenta forse l’essenza della definizione degli strange tales di Robert Aickman.
Le tematiche contenute in Storie d’amore e di morte riguardano, come suggerito dal titolo, i rapporti fra uomo e donna che vengono qui trattati in maniera inquietante, con una sorta di erotismo che ha più dello straniante che del morboso.
In particolare in Matrimonio, il protagonista si trova coinvolto in una relazione ambigua con due ragazze, Helen ed Ellen, a loro modo speculari.
Aickman crea quindi un’atmosfera sottile e disorientante che deve sicuramente molto alla fuoriuscita dei fantasmi dal nostro inconscio di cui parlava Freud.
La storia che più mi ha colpito è Solo residenti che racconta di un fantomatico Comitato per gli Spazi Aperti e i Cimiteri. Riguardo la gestione di uno specifico cimitero, il Comitato prende decisioni che si fanno via via più incomprensibili e assurde. Così il cimitero diventa un luogo che di notte si popola di compagnie equivoche di ragazzi e di animali selvatici, con un custode che vive isolato in un edificio e che non si vede mai in giro.
Su tutto aleggia un alone macabro in cui i vivi e i morti sembrano intrattenere rapporti molto stretti.
È difficile spiegare come Aickman riesca a creare, in maniera progressiva, un abisso metafisico che è il riflesso del lato oscuro di ognuno di noi.
Non a caso, Giuseppe Lippi affermava:
In Robert Aickman il reale è un mosaico composto di tessere straniate e spesso paurosamente prive di senso.
Il racconto conclusivo, Legno, assume poi contorni che ben si attagliano al concetto di eerie di cui parlava Mark Fisher. In questa storia i corpi di una coppia di sposi vengono ritrovati morti e chiusi all’interno di bare nella casa di legno che avevano costruito insieme.
Con Storie d’amore e di morte Robert Aickman si dimostra ancora una volta un maestro indiscusso del perturbante confermando di essere quel meteorologo dell'inconscio di cui parlava Fritz Leiber.
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