Il nuovo numero di Zothique, rivista di cultura fantastica & weird curata da Pietro Guarriello, è particolarmente interessante perché ci presenta due scrittori fondamentali – e purtroppo ingiustamente caduti nel dimenticatoio – di quella letteratura popolare che mischiava science fantasy, horror e fantascienza: Catherine L. Moore e Henry Kuttner.
Moore, che ha sempre nascosto la sua vera identità firmandosi con le sole iniziali (C.L. Moore, così usava siglare le sue opere), divenne nota grazie al racconto Shambleau, pubblicato per la prima volta sulla leggendaria rivista Weird Tales nel 1933.
Si tratta di una storia che rivisita il mito della Gorgone, nel racconto interpretato in maniera eterodossa, e che riveste una particolare importanza nella storia della letteratura. Il motivo è spiegato nel bell'articolo firmato da Domitilla Campanile.
Secondo Campanile
la Moore si confronta con la leggenda di Medusa arrivando a conferire organicità poetica alle varie interpretazioni che si sono tentate di questa figura, religiose, psicoanalitiche, antropologiche, femministe, decostruttiviste, magiche.
Sempre dedicato alla scrittrice americana è l'approfondito articolo di Laura Coci (fresca vincitrice del Premio Italia nella categoria “articolo su rivista non professionale"), esperta di fantascienza femminile. I suoi molti articoli li trovate in rete, sulla rivista online Vitamine Vaganti.
E ancora, Cora Buhlert firma una dettagliata analisi di due dei racconti più importanti di Moore.
Troviamo poi anche una rara intervista a Moore che ci permette di scoprire molti gustosi aneddoti circa la sua esistenza.
Non possono poi mancare alcuni dei racconti di C.L. Moore che forse, a differenza di quelli di Henry Kuttner, sono ancora troppo acerbi pur lasciando intuire enormi potenzialità.
Henry Kuttner è l’altro grande protagonista di questo numero, un gigante dell'horror e della fantascienza, presentatoci attraverso il bell'articolo di Davide Arecco.
E di recente Guillermo Del Toro, nella serie televisiva Netflix Cabinet of Curiosities (che mostra anche due adattamenti di racconti di Lovecraft), ha presentato la trasposizione di un suo mitico racconto: lo spaventoso I ratti del cimitero.
Le storie pubblicate su questo numero di Zothique sono molto buone, a partire da Il segreto di Kraliz, che risente dell’influenza di Lovecraft come anche Lo strano caso del signor Geech.
Lo straordinario potere di Edwin Cobalt mi ha invece ricordato certi paradossi sulla natura della realtà di Philip K. Dick e stranamente l’ho trovato simile, per certi versi, al romanzo Baffi di Emmanuel Carrère che si basava un po’ sulla stessa idea.
Molto interessante anche il saggio di Kuttner, Il tocco dell’orrore: l’elemento fondante della narrativa weird in cui mette in rilievo come una buona storia weird si debba basare sull’atmosfera, sulla reticenza e su una solida base di familiarità prima di introdurre l’elemento soprannaturale.
Certo Kuttner, all’inizio della sua carriera (come anche Robert Bloch e Fritz Leiber) fu molto influenzato da Lovecraft anche se poi, come d’altra parte dichiarato dallo stesso Leiber nell’articolo qui presente I mille volti di Henry Kuttner, ne prese le distanze imboccando nuove strade.
La copertina è, come sempre, dell’ottimo Gino Carosini mentre all'interno il fascicolo è arricchito da numerose illustrazioni.
In definitiva un numero da non perdere che colma un vuoto nei confronti di questi due scrittori.
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