Agenzia Alcatraz prosegue il suo percorso di riscoperta di Thomas Owen e del leggendario catalogo della casa editrice di culto Marabout, nota per aver pubblicato tutti i maggiori scrittori belgi e molti autori classici della letteratura dell’orrore europea come Gustav Meyrink, Hanns Heinz Ewers, Arthur Machen, Bram Stoker, Matthew Gregory Lewis e Charles Robert Maturin.
Un catalogo presentato in una veste grafica originale che, dopo Cerimoniale notturno, pubblica La cantina dei rospi.
Thomas Owen, pseudonimo di Gérald Bertot (1910-2002), è considerato, insieme a Jean Ray e a Gérard Prevot, una delle colonne del fantastico belga.
Siamo di fronte a un maestro dell’insolito e del bizzarro, il cui corpus letterario, ricco di inquietanti e tenebrosi riferimenti alle arti figurative del suo paese, è ben inquadrabile nel contesto della tradizione culturale fantastica del Belgio.
Nel 1943 pubblica Chémin etranges, nel 1944 Le livre interdit mentre nel 1945 La cave aux crapauds.
Marabout, nel 1963, riunisce in un unico volume Chémin etranges e La cave aux crapauds che viene qui fedelmente tradotto e riproposto da Agenzia Alcatraz.
Fu lo stesso Owen a dichiarare che la sua carriera di scrittore ebbe un notevole impulso grazie proprio a Marabout che metteva i suoi libri di fianco a classici come Mary Shelley e Stevenson.
La cantina dei rospi è una delle sue opere più significative e vanta la prefazione dell'amico Jean Ray che lo definisce
un maestro della paura.
Nonostante i due fossero inevitabilmente associati, Owen definiva il suo fantastico più allusivo e meno concreto anche se alla fine ricerca una dimensione ancora più classica nei riferimenti alla tradizione della letteratura fantastica.
Le storie presenti in questa antologia sono quelli in cui lo scrittore belga si dedica compiutamente a narrare la paura.
Il racconto migliore è 15-12-38. In questa storia il protagonista Petrus Wilger, un uomo di legge, riceve una misteriosa lettera in cui gli viene chiesto di telefonare al numero 15-12-38. Seguono eventi drammatici che porteranno Petrus Wilger a vivere un vero e proprio incubo. Riscontro possibili collegamenti con il racconto capolavoro di Jean Ray Il vicolo tenebroso (La ruelle ténébreuse).
In Polvere eri assistiamo a una vicenda piuttosto macabra che racconta i particolari riti funebri di un piccolo villaggio.
Notevole anche il breve La presenza sconsolata dove il protagonista, un viaggiatore che percorre un paesaggio desolato, trova riparo in una fattoria decrepita e abbandonata in cui gli sembra di scorgere il volto di una persona dall’aspetto sofferente seduta su una sedia. Entra così all'interno scoprendo che nulla è come sembra.
L’utilizzo di un particolare “bestiario”, in alcune di queste storie, rappresenta un’efficace metafora della perversità e della fobia erotica insita nell’essere umano e ricollega lo scrittore belga al fantastico “popolare”.
Così in Padre e figlia un padre, per un non meglio precisato motivo, intraprende un viaggio in treno per punire quella “cagna” di sua figlia. E durante il tragitto si ritrova proprio a dover affrontare una cagna apparsa improvvisamente.
In La cantina dei rospi troviamo un abate che scopre di avere il potere appunto di uccidere i rospi. Ossessionato da questi animali ne alleva tantissime specie differenti in cantina come un collezionista perverso. Nel frattempo studia testi esoterici e si convince di poter estendere il suo potere anche agli esseri umani. Ma sarà proprio l’incontro con un altro rospo a minare le sue convinzioni e a farlo sprofondare in uno stato catatonico.
Indubbiamente in molte di queste storie troviamo dei riferimenti al perturbante di Freud, al tema del doppio (come in Non-luogo) e ai fantasmi che si agitano nell’inconscio dell’uomo che vengono portati alla luce da Owen. Si tratta di una dimostrazione della modernità dell’autore belga che merita sicuramente di essere riscoperto.
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