Il caos strisciante è la rivelazione finale, quella che molti valenti poeti, scrittori, semplici menestrelli della parola hanno cercato per anni, per secoli senza mai giungere davanti al castello oscuro che le conserva nei suoi sotterranei.
Li in quelle oscurità fatte di buio e umidità, con un silenzio che richiama i segreti della tomba, brillano solo per i coraggiosi le verità celate dal velo della materia. Bramosi cavalieri si sono messi in un pellegrinaggio pericoloso, con l'ambizione di trattenere tra le mani nervose quelle arcane saggezze.
Senza domandarsi la loro origine o la loro natura.
Bramosi di conoscere, sapere e combattere a armi pari la natura dell’ignoto.
Essa si illudeva di assomigliare alla brillantezza delle cose sacre.
Essa ingannava i cavalieri e sussurrava parole di giubilo, di incanto che seducevano le fragili menti degli incauti pellegrini.
Solo i poeti sapevano che in quei sotterranei giaceva l’abisso con le sue fauci spalancate.
Solo loro intuivano i segreti di quegli strani gorgoglii che dal profondo della tenebra sussurravano alle menti.
E nessuno ha mai avuto il coraggio di parlarne, di alludere alla natura dei fantasmi che si rivelavano a chi, accendeva una torcia per affrontare quegli occhi rossi che baluginavano nell’abisso.
Il caos striscia.
Si insinua e si nasconde.
Trattiene tra mani di fumo i segreti della discesa dalle stelle di qualcosa di troppo immenso, di troppo alieno per essere raccontato.
Si insinua nei sogni.
E mostra….
Ah se sapeste cosa mostra!
La nostra terra com’è in realtà.
Decadente.
Distrutta.
Paesaggio devastato dalla furia di un ombra che continua inesorabile a strisciare su lei.
Ingoiando ogni pezzo d’anima.
O solo i folli desiderano sapere.
Solo i folli sollevano il velo.
Solo i folli possono accettare che il caos strisci verso di loro e li inglobi nelle sue strane e caleidoscopiche spire.
Uno dei racconti più iconici di Lovecraft ci avvolge con la sua suggestiva bellezza.
Siete pronti a conoscere la realtà dietro il velo?
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