Dagon Press rende disponibile un’autentica chicca per gli appassionati di Arthur Machen.
Il volumetto, curato e tradotto da Pietro Guarriello, si intitola Un’altra realtà e contiene racconti quasi tutti inediti o comunque rari. A firmare l’introduzione è Marco Maculotti.
L’arco temporale di questa antologia va dal 1890, anno di pubblicazione di Il grande dio Pan, fino al 1937, anno in cui Machen smette di scrivere.
I racconti qui pubblicati sono inediti o minori, ma non per questo non degni di interesse. È anzi forse in queste righe che possiamo trovare il Machen più autentico.
Oggi Machen è ritenuto uno dei maestri del genere. La sua prosa decadente e misurata, lontana da quella fin troppo carica di aggettivi e immagini deliranti di H.P. Lovecraft, si inserisce a pieno titolo nel solco della tradizione letteraria fantastica anglosassone.
Machen nacque nel piccolo villaggio gallese Caerlon-on-Usk per poi trasferirsi a Londra. Durante il soggiorno londinese, l'autore non ebbe un’esistenza facile, oltre alle notevoli difficoltà economiche, la sua indole artistica mal si conciliava con la confusione e i ritmi frenetici della grande metropoli.
Questo aneddoto della sua esistenza può ricordare l’esperienza traumatizzante che ebbe Lovecraft a New York.
Machen deve oggi la sua fama ai racconti del terrore e soprattutto al più famoso Il grande dio Pan, un romanzo potente ed evocativo che riporta alla luce antiche leggende pagane ed è basato sul concetto del “male” come parte integrante della realtà.
È questa una tematica che lo scrittore affronterà con molta efficacia all’inizio del racconto Il popolo bianco (The White People), con cui raggiunge vette altissime anche grazie all’utilizzo sapiente di un’atmosfera realmente maligna.
E proprio una storia simile per stile e atmosfera la troviamo in Un’altra realtà ovvero Notte di mezza estate (Midsummer) che, come scrive Marco Maculotti nell’introduzione
si può immaginare come un delicato e fugace sequel di The White People.
Si tratta di una vicenda di iniziazione sessuale in cui emerge tutto l’amore di Machen per i paesaggi rurali del paesaggio gallese. Chi ha letto e ha amato La collina dei sogni, che secondo Mario Praz è “il libro più decadente della letteratura inglese”, sicuramente troverà una piccola chicca.
Notevoli anche Il circolo scomparso, ambientato in una Londra magica che ricorda quella del capolavoro circolare di Machen I tre impostori e Il duplice ritorno, quest’ultimo molto apprezzato da Oscar Wilde.
Notevole anche Il fantasma della Pentecoste, in cui un’apocalittica battaglia fra formiche nere e formiche rosse diventa un’allegoria della prima guerra mondiale. Il finale delirante ha un respiro cosmico, quasi lovecraftiano.
Un’altra realtà è invece un saggio in cui lo scrittore gallese si interroga sull’esistenza del cosiddetto Altro Mondo abitato da dei, demoni e spiriti elementali.
Machen considera molti di questi fenomeni spiritici
prodotti da veri e propri ciarlatani,
tuttavia crede che esistano anche fenomeni particolari che non abbiano a che vedere con la frode, tanto da scrivere di
considerare il cosmo umano come un mondo dove alcune regioni non sono ancora state scoperte.
Rispetto ad Algernon Blackwood e ad altri autori del genere, in Italia Machen ha incontrato un maggior consenso: sono infatti numerose le pubblicazioni a lui dedicate (un esempio sono Il cerchio verde pubblicato da Providence Press e Un frammento di vita delle Edizioni Hypnos) e per nostra fortuna si continua a rendere disponibile materiale inedito ed edito come dimostra questa deliziosa raccolta.
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